Ipotesi nucleare a Trino, Deambrogio: «Si gioca una partita nazionale»
L'intervento del segretario del Prc - Se
TRINO – Sulla candidatura di Trino a Deposito Nazionale per le scorie dei rifiuti radioattivi si esprime il segretario regionale del Prc – Se Alberto Deambrogio: «Il Deposito Nazionale per il nucleare rappresenta una vera urgenza per la sicurezza di tutto il Paese, dato che i siti dove i materiali radioattivi si trovano attualmente non avrebbero mai dovuto essere utilizzati a causa della loro assoluta inidoneità, e mantenere proprio in quei luoghi la radioattività significa scegliere di avere, per tutti, rischi più elevati ed assolutamente ingiustificati, come purtroppo è avvenuto fino ad oggi.
Vi è quindi la necessità e l’urgenza di trovare per il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi il luogo che possa determinare il rischio più basso possibile per tutti».
Continua Deambrogio: «Per questo abbiamo sollecitato il processo verso la Cnapi e poi la Cnai, ma allo stesso tempo abbiamo anche contribuito ad evidenziare quelle caratteristiche di non idoneità che potevano essere sfuggite nella prima analisi di Sogin con la scelta dei 67 siti potenzialmente idonei. Vi è stata una vera e propria Consultazione Pubblica, con la possibilità per cittadini, enti e associazioni di presentare osservazioni e proposte in ben tre successive sessioni, dando una volta tanto attuazione a quanto prevede la storica Legge 241 del 1990.
Ora, il 13 novembre è stata pubblicata la Cnai, che riduce le aree da 67 a 51, senza però rendere note le ragioni, né delle esclusioni, né delle conferme, cosa che Sogin e il Ministero MASE devono fare immediatamente. Nello stesso giorno è stato anche pubblicato il Decreto-legge 181 che prevede la possibilità di autocandidature di aree militari da parte del Ministero della Difesa e anche di autocandidature spontanee e immotivate da parte di enti locali”.
L’apertura alle autocandidature per tutti i territori, pur se precedentemente identificati da Sogin come non idonei per il Deposito nucleare, ha avuto l’effetto di una vera e propria ‘turbativa d’asta’, facendo perdere al procedimento di selezione in corso da anni quella credibilità scientifica e democratica che nonostante tutto si era fin qui meritato.
Ma vi è di più: tutte queste aree autocandidate, siano esse militari oppure civili, una volta fossero riconosciute idonee da Sogin e Isin, non subirebbero nessuna delle tre serie di osservazioni pubbliche che invece hanno subito le aree Cnapi e Cnai, e questa è una ulteriore grave stortura che dovrà essere sanata in fase di conversione in legge del decreto.
In ogni caso dovrà essere specificato che con il Deposito Nazionale dovrà però chiudersi per sempre il nucleare in Italia, perché le centrali nucleari, grandi o piccole, di terza o di ennesima generazione, anche senza contare il possibile utilizzo in campo militare dei materiali prodotti ed i rischi in caso di eventi bellici o terroristici, rappresentano il modo più pericoloso, costoso e intempestivo per produrre energia elettrica, mentre le fonti rinnovabili, correttamente dimensionate e localizzate, sono le uniche che possono garantirci un futuro».
«Quello che sta succedendo a Trino Vercellese – ha concluso Deambrogio – non è qualcosa di rubricabile come questione locale. A Trino devono guardare tutte le/i cittadine/i del nostro Paese.
Se passasse l’ipotesi sostenuta dal sindaco Pane, ci troveremmo di fronte a un precedente pericolosissimo. Non varrebbero più le valutazioni scientifiche, i passaggi democratici, ma si aprirebbe un vero e proprio far west in cui le scelte che riguardano i territori potrebbero essere prese secondo convenienze politiche o economiche. Un vero disastro, una involuzione inaccettabile. Oggi più che mai a Trino si gioca una partita nazionale, di civiltà, di democrazia».