Trino: «Il Comune è tra i più ricchi d’Italia ma…»
L'intervento del trinese Giorgio Cognasso
TRINO – Dal nostro lettore trinese Giorgio Cognasso riceviamo (di seguito in forma integrale) un nuovo “capitolo” delle polemiche che riguardano Trino e l’ipotesi di autocandidatura come Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari.
***
Non vorrei annoiare i suoi lettori con l’ennesima protesta ambientalista contro il sindaco Pane perché tanti altri possono spiegare meglio le tante bugie e false notizie su questo tanto discusso Deposito Nazionale di scorie radioattive. Pane lo ha spiegato, sempre senza contraddittorio, in un lungo tour televisivo e giornalistico, con la scusa di informare la popolazione, ma difatti disinformandola sulla reale situazione.
Il mio intento oggi è invece quello di soffermarmi sulla personalità del nostro sindaco che, insieme all’atteggiamento del Marchese del Grillo (io sono io e voi non siete un c……), è comunque una persona che disdegna il dibattito pubblico, forse perché incapace di sostenerlo, non solo sul Deposito, ma anche su altre iniziative come i 110.000 euro per il Festival delle Città identitarie, un vero flop.
Al di la del sostegno delle “panettiere” e dei “panettieri” che lo sostengono, la situazione della città di Trino, dopo quali 6 anni di Pane, è questa: una città piena di edifici dismessi e fabbriche in rovina (con copertura d’amianto), molte case maltenute e tutte in svendita, una economia di commercio e artigianato che diminuisce costantemente, un inverno demografico che ha comportato la chiusura di un Istituto Artistico e una diminuzione di classi, dalla primaria all’Alberghiero, un aumento di tasse sempre progressivo su IMU, TARI, Passi Carrai, e pulizie spesso solo al centro della città, che alla domenica diventa un vero e proprio deserto con la chiusura di negozi e bar.
Tenga conto che a fronte di tutto questo il Comune di Trino, con sovvenzioni della Legge Scanzano, PNRR, sovvenzioni provinciali e regionali, è uno dei comuni più ricchi d’Italia, ma queste risorse Pane le utilizza per lavori che non portano niente ai cittadini, come ad esempio l’illuminazione notturna delle torri di Leri, spese a pioggia alle varie Associazioni , contributi eccezionali all’AOCT e alla Proloco, senza pretendere rendicontazioni, un NON intervento etico sul Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo, dove oltre al debito accumulato, nonostante l’aumento delle rette, si constata ad una assistenza degli ospiti sempre più precaria, in attesa di una privatizzazione probabilmente biellese.
Il resto dell’operato di Pane sono state la lotta inutile ai piccioni, la cementificazione del fondo e delle sponde delle rogge che passano sotto Trino che, con la contemporanea non ultimazione dello scolmatore, potrebbe creare danni in una normale alluvione del Po. Il resto delle tante spese sono andate per feste, illuminazioni varie, piste del ghiaccio, piste ciclabili prima fatte e poi tolte, manutenzione di piazze non ultimate e non rifatte.
Per concludere a Trino abbiamo un Teatro Civico in disuso, un Teatro OR.SA non agibile, un salone polifunzionale con pochi servizi, dove opera una volta all’anno la Proloco e per le altre manifestazioni ci si rivolge alla Proloco di Crova, alla Proloco di Tricerro e ultimamente al Comitato di Pertengo. Ma su queste spiegazioni, nonostante i vari inviti, i cittadini come me, che non fanno parte degli amici degli amici, non hanno risposte alcune, perché Pane non parte dall’idea di essere un Amministratore per tutti, ma un elargitore di fondi a varie Associazioni che invece di collaborare tra loro fanno a gara a chi cerca di apparire maggiormente.
Se questa situazione piace ai cittadini che non si impegnano, non si interessano e delegano a chi non sa spiegare le sue scelte, allora viva Pane per Trino e Robella migliori. A lui probabilmente una carriera politica di più alto ruolo a noi una città senza futuro, con manifesti mortuari che sempre più spesso citano i vari Hospice: segno questo di malattie oncologiche ambientali, che non auguro a nessuno di quelli che si prenderanno la responsabilità di tali tristi destini.