Caso Artusi, c’è chi dice no. La dura riflessione degli ex studenti
Una 'memoria' che non risparmia nessuno. Compreso il Comune di Casale
CASALE – Da settembre 2024 sarà il nuovo presidio di formazione alberghiera dell’Istituto Leardi a raccogliere – idealmente – il testimone dell’Alberghiero Artusi di Casale, cha ha chiuso i battenti la scorsa estate. Un epilogo sul quale si è espresso di recente, tramite i canali social personali e del Comune, il sindaco Federico Riboldi: «Si conclude positivamente la vicenda post-Artusi» è il commento del primo cittadino. Ma c’è chi dice no.
Artusi, la voce degli ex studenti
A fare da contrappeso infatti ci sono i veri protagonisti del ‘caso Artusi’, ovvero gli ex studenti che al termine di un anno scolastico pieno di incertezze, hanno dovuto interrompere i loro studi nella scuola paritaria con sede al Valentino. In certi casi, a pochi passi dal diploma e affrontando problemi sia dal punto di vista puramente scolastico che logistico. Noemi ha 18 anni: nel 2022/2023 ha frequentato il quarto anno all’Artusi, e ci regala una prospettiva di lettura diversa della situazione, quella di chi l’ha vissuta sulla propria pelle.
La ‘memoria’ (così la chiama) di Noemi non risparmia nessuno, e si fa portavoce di tutti quegli studenti coinvolti che forse, spiega, non sono stati abbastanza ascoltati.
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Sentiamo spesso dire ‘i ragazzi di oggi non hanno voglia di fare niente… sono inebetiti dai telefonini e dai social”.
Beh, da tempo nessuno crede più di essere nato sotto un cavolo, portato da quella cicogna col fardello, rosa o azzurro, in bocca. Nasciamo da voi, ragazzi di ieri e adulti di oggi, impegnati a sopravvivere in questo mondo che cambia velocemente. Da voi ci lasciamo guidare, a voi ci ispiriamo, da voi assorbiamo, nel bene e nel male, modi di fare, educazione, voglia di vivere ed emozioni.
Il nostro esempio siete voi, genitori, amici, insegnanti, pubblici amministratori, presidi, giornalisti, allenatori… voi che fate sicuramente del vostro meglio, ma che a volte dimenticate di essere stati ragazzi come noi. Voi, a cui oggi più che mai chiediamo attenzione! Pellegrino Artusi diceva ‘Purtroppo accade con certe ricette stampate, che non corrispondono quasi mai alla pratica’.
Questa ”memoria’ vuole raccontare quanto la pratica (la realtà) sia distante dalla ricetta stampata (la teoria). Ho 18 anni. Ho frequentato l’istituto professionale Artusi di Casale Monferrato, fino alla quarta.
Ho scelto una scuola professionale perché volevo immediatamente approcciarmi al mondo del lavoro. Perché amo stare a contatto con la gente, mi piace creare, sperimentare, mi piace viaggiare e vorrei, di tutto questo, farne il mio lavoro.
Non nascondo la mia indole ribelle, la mia non voglia di studiare, con fatica sono arrivata alla quinta. La fatica di chi vorrebbe bruciare le tappe, di chi crede di aver già imparato tutto.
La fatica dei 18 anni. Ma anche la fatica di chi fa piccoli lavori saltuari per pagarsi gli studi, per aiutare i genitori a sostenere la retta di una scuola privata. Una scuola privata, l’Artusi di Casale Monferrato, che ci ha insegnato a ‘stare al mondo’.
Un mondo truffaldino, disonesto, egoista. Un mondo che avete costruito voi, e con cui noi oggi dobbiamo fare i conti. In questa ‘memoria’ potremmo raccontare del cambio sede, degli stipendi e delle utenze non pagate, di un preside fantasma, del riscaldamento spento, delle voci di corridoio, delle tante minacce di chiusura, dei genitori rimasti senza risposte, delle rette pagate e sparite, del diploma di fine anno che forse non vale niente perché la scuola ha perso la sua abilitazione a rilasciare titoli di studio con valore legale, o forse no?
Dell’incertezza e di tanti, tanti altri fatti e problemi con cui ‘noi ragazzi di oggi’ abbiamo convissuto, solo per poter andare a scuola. Per studiare. Per imparare una professione. Per non essere ‘inebetiti’ dai telefonini. Per avere un occasione!
Ma no, non ve lo racconteremo. Perché sappiamo che ‘il caso Artusi’ si dibatterà in tribunale. Anche se non sappiamo chi abbia accusato chi, ne per cosa. Perché sappiamo che la maggior parte dei nostri genitori ha deciso sia meglio lasciar perdere, andare avanti, scegliere un altra scuola e dimenticare tutto, compreso i soldi persi.
Anche se a noi non sembra giusto. Perché sappiamo che in questi giorni il Comune di Casale Monferrato ha annunciato l’apertura di un presidio di formazione all’accoglienza turistica e alla valorizzazione enogastronomica presso l’istituto Superiore Leardi, dichiarando ‘si conclude positivamente la vicenda post- Artusi’.
Anche se noi ci domandiamo dove fosse il Comune prima. Perché di noi non si è curato? Perché sappiamo anche che questa ‘memoria’ non cambierà le cose. Ognuno di voi, genitori, insegnanti, preside, Comune ecc, avrà una motivazione, una spiegazione, ai vostri occhi certamente più che valida, un insegnamento da impartirci, sul perché è andata cosi, sul perché nessuno ha fatto niente, sul perché il mondo non è giusto, sul perché questa vicenda è piu complicata di quel che noi “giovani di oggi” pensiamo di sapere e di comprendere.
E noi, vi crediamo. Ci fidiamo, o forse dobbiamo farlo. Sarà sicuramente come dite voi, e noi siamo troppo giovani per poter capire questo mondo. Troppo giovani per comprendere che la giustizia non è uguale per tutti. Troppo ingenui per capire la politica. Troppo inebetiti per poter parlare.
Ci limitiamo a scrivere e pubblicare questa “memoria di Artusi” per ricordare a noi stessi, adulti di domani, di non ripetere gli stessi errori.