Casale, centro diurno ancora chiuso. Fiore (Pd): «È una vergogna»
L'intervento del consigliere comunale dem a quasi tre mesi dall'inaugurazione della struttura
CASALE – Lo scorso 28 ottobre, presso la casa di riposo Ospitalità Cdr di Casale, venne inaugurato il nuovo centro diurno Mnemosine, pensato e creato per supportare le persone affette da malattie neurodegenerative e le loro famiglie. Ma a quasi tre mesi di distanza la struttura non è ancora operativa (abbiamo approfondito il tema qui).
Centro diurno, interviene Maria Fiore (Pd)
Interviene quindi, in rappresentanza di tutto il Circolo Pd di Casale, il consigliere comunale Maria Fiore per chiedere spiegazioni all’amministrazione e al sindaco Federico Riboldi: «A tre mesi dal momento inaugurale del centro diurno e alla relativa passerella del sindaco e del Direttore generale dell’Asl Alessandria Vercellino, a tutt’oggi il Centro Diurno Mnemosine contro le malattie degenerative della mente, è ancora chiuso! E perché resta chiuso?» si chiede la dem.
Una domanda che trova subito facile risposta: «Perché mancano talune firme da parte dell’Asl Al: è una vergogna!
È una vergogna che il Partito Democratico di Casale e del Monferrato aveva già pubblicamente denunciato circa un mese fa. Cosa è cambiato da allora? Nulla!
Questa è l’ennesima conferma che chi ci governa è preoccupato esclusivamente di ‘apparire‘, di tagliare nastri, di emettere comunicati stampa che affermano che tutto va bene.
Ma non è vero che tutto va bene: la città se ne sta accorgendo ormai da tempo, ma non basta! Chiediamo che sia concesso alla dottoressa Degiovanni e alla sua equipe di poter, finalmente, iniziare a lavorare sui malati per cui il Centro Mnemosine è stato realizzato.
E, si badi bene: il tutto non è stato realizzato con il denaro dell’Asl o del Comune! Ma bensì con forme di solidarietà e di contribuzioni provenienti dalla società civile che, con questi incredibili e inspiegabili ritardi, vengono svilite e quasi irrise.
Quanto, a nome del PD di Casale, ho sin qui esposto, non vuol essere espressione di polemica politica ma di sincero sdegno e preoccupazione».
Continua Fiore: «Penso, infatti, alle tante famiglie che con speranza si sono avvicinate nei mesi scorsi al Centro Mnemosine per migliorare la vita dei loro cari colpiti da questa devastante sindrome; penso alle tante realtà locali, al limite del disagio sociale, che vedono nel team di professionisti che opera presso la Casa di Riposo una certezza di competenze, un’ancora di salvezza.
Allora, lasciamoli finalmente iniziare a lavorare! Chi ha la responsabilità di concludere l’iter burocratico che si sarebbe dovuto chiudere ben prima dell’inaugurazione del 28 ottobre scorso, abbia un sussulto di dignità e provveda.
Non vorremmo proprio, tra un altro mese, ritrovarci noi a scrivere, e voi a leggere, parole di imbarazzante incredulità».