I vignaioli del Casalese dicono “No” al Deposito Nucleare a Trino
Si teme per il territorio una negativa ricaduta, in termini mediatici e di immagine, oltre che di sviluppo turistico e appeal abitativo.
CASALE – A meno di una settimana dall’autocandidatura di Trino a ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti Nucleari (e il Parco Tecnologico), continuano le prese di posizione in direzione contraria all’ipotesi.
Questa volta a esprimersi è il Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese che teme per il territorio una negativa ricaduta, in termini mediatici e di immagine, oltre che di sviluppo turistico e appeal abitativo.
«Pur ritenendo comprensibili, ma non completamente condivisibili, le ragioni sostenute dall’amministrazione Pane, in termini di “sicurezza-opportunità”, e ferme restando le imprescindibili garanzie di sicurezza che, tuttavia, potrebbero statisticamente risultare non assolute, il CdA del Consorzio ritiene che la scelta non possa prescindere da un ragionamento d’insieme che, banalmente, parta da equazioni semplici, ma di enorme impatto sia temporale sia dimensionale» spiegano in una nota.
L’eredità dell’amianto
Prosegue il Consorzio: «Il Monferrato casalese ben conosce e, tutt’oggi, paga, in termini di vite umane e di penalizzazione d’immagine, la stretta relazione tra “inquinamento ambientale e salute” prodotta dall’amianto. Un disastro ambientale che, nell’immaginario comune, è ancora donde dall’identificare la bellezza paesaggistica del Monferrato nella purezza del suo contesto. Se non nella sostanza, ci vorranno ancora anni e anni prima che questo territorio si riscatti dal punto di vista del percepito di sicurezza ambientale e possa, quindi, valorizzare appieno le proprie risorse e vocazioni storico-paesaggistiche ed economico-culturali».
«Alla luce di questa premessa, questo contributo intende assommarsi a quelli, anche di maggior sostanza, avanzati da altri attori del territorio, per concorrere ad un cambio di posizione rispetto ad una candidatura, per altro, riferita ad un areale, evidentemente per qualche ragione, escluso dalla valutazione ministeriale».
Un’immagine impossibile da slegare?
Venendo al nocciolo della questione, i vignaioli manifestano i loro timori sull’ipotesi Trino: «Auspicando che l’eventuale Deposito Unico Nazionale non riservi future sorprese in termini di sicurezza, risulterà comunque impossibile slegare l’immagine del Monferrato casalese da questa ulteriore possibile minaccia o, semplicemente, da questa ombra che ne oscura e ne compromette i potenziali in termini di sviluppo, valorizzazione, promozione e accoglienza».
«Non a Trino ma…»
«Dal suo canto, il Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, anche attraverso i fondi europei, sta investendo sempre più sul connubio vino-territorio, per offrire un rinnovato e ritrovato interesse verso un luogo di storia e bellezza il cui successo, per quanto attengono il dinamismo e la vivacità socio-imprenditoriale, sarà determinato sia dai crescenti flussi turistici e, ancor più, dai nuovi interessi immobiliari da parte di quei giovani che sapranno costruirvi un contesto di nuova generazione, in grado di coniugare, al meglio, lavoro-vivibilità-casa – concludono nella nota – Per queste ragioni, la nostra posizione resta contraria all’eventuale insediamento del Deposito Unico Nazionale la cui ubicazione, invece, dovrebbe venir individuata in contesti isolati e molto distanti dai borghi abitati e di interesse paesaggistico, culturale, storico e turistico».