Deposito nucleare a Trino? Deambrogio contro l’emendamento di Azione
L'invettiva del segretario del Prc-Se
CASALE – Deposito nucleare a Trino, il segretario regionale del Prc-Se Alberto Deambrogio torna alla carica: «Non c’è fine al peggio nella vicenda del deposito nazionale per le scorie nucleari. Le derive politiche, amministrative, democratiche e normative, che nelle scorse settimane hanno caratterizzato le mosse dell’area governativa e del sindaco di Trino, devono essere aggiornate con l’apporto di un emendamento di Azione al DL 181 in fase di conversione».
Spiega Deambrogio: «All’articolo 11 parla del deposito nucleare nazionale, risulta ufficialmente depositato l’emendamento proposto dagli onorevoli Fabrizio Benzoni e Daniela Ruffino (Azione), che aggiunge al testo dell’articolo 11 del Decreto-Legge 181 le seguenti parole:… la Sogin S.p.A. accerta che eventuali aree autocandidate non presenti nella Cnai fossero risultate non idonee per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito Nazionale o per non conformità a criteri di esclusione, di cui alla Guida Tecnica ISPRA n. 29, afferenti a vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati.
Intendo qui ricordare che i criteri di esclusione elencati della Guida Tecnica 29 di ISPRA (ora ISIN) e validati dalla Agenzia internazionale per l’Energia Atomica IAEA, escludono, ad esempio, le aree con rischio sismico e quelle con falde acquifere superficiali, ecc.
Per quella via si stabilisce obbligo ad avere una serie di salvaguardie naturali di base, alle quali devono poi essere sommate le varie salvaguardie artificiali di tipo tecnologico, quali ad esempio la costruzione di tipo antisismico o l’impermeabilizzazione e l’elevazione del deposito, ecc. Come ha già avuto modo di sottolineare Legambiente del vercellese occorre dunque ribadire che i criteri di esclusione spingono verso aree in cui si possano riscontrare tutte le condizioni di sicurezza naturali a cui sommare quelle di tipo tecnico-costruttivo.
Si parla in questo caso, e solo in questo, di ridondanza della sicurezza, proprio perché servono i due elementi: naturale ed artificiale. Per queste ragioni, dal testo dell’emendamento vanno assolutamente eliminate le parole: “per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito Nazionale o”.
Conclude Deambrogio: «Quello che va assolutamente evitato è l’ormai evidente tentativo di aggirare e sgretolare principi internazionalmente riconosciuti e non certamente invenzione degli oppositori alla scelta del sindaco di Trino.
Da questo punto di vista, attesa la pericolosità dei materiali radioattivi che saranno contenuti nel deposito e la durata di quella per tempi di oltre 300 anni, ritengo decisivo che i criteri di esclusione e di approfondimento vengano applicati alle aree autocandidate nella stessa identica modalità con la quale sono stati applicati per la individuazione delle aree idonee della Cnai. Deve essere bandita qualsiasi opzione ribassista per promuovere opzioni irrazionali”.
Ancora una volta emerge a tutto tondo un interesse che dovrebbe essere complessivo, della comunità nazionale, intorno a ciò che si vorrebbe far passare a Trino. Non basta, anche se è sacrosanto e aiuta, affrontare il tema in termini territoriali, di area vasta. I soggetti sociali, associativi, politici, che hanno a cuore scelte ambientali ed energetiche capaci di futuro si concentrino a fondo sulla vicenda di Trino».