Alessandria, perché ha (ancora) senso la ‘businà’ di Carnevale
Gianni Pasino, autore della 'businà' (foto Frisina)
Società, Spettacoli
Massimo Brusasco  
14 Febbraio 2024
ore
14:34 Logo Newsguard
Domenica la satira

Alessandria, perché ha (ancora) senso la ‘businà’ di Carnevale

Tradizione, cultura popolare, dialetto. Battute sui politici e sui personaggi in vista, nel bene e nel male

ALESSANDRIA –  La  ‘businà‘ di Carnevale ha ancora un senso?

Ci poniamo la domanda sapendo la risponda. Sì, ha ancora un senso, con buona pace di chi col modernismo cerca, spesso riuscendoci, di affondare quel che fa parte della tradizione e, nel caso specifico, della cultura popolare.

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Va da sé che, probabilmente, fra qualche anno la satira carnevalesca potrebbe essere solo un ricordo, oppure una rima scritta dall’intelligenza artificiale, ammesso che questa conosca non tanto i fatti cittadini quanto il dizionario del mandrogno, inteso come vernacolo, cercando di farsi capire tanto a Cantalupo quanto agli Orti, zone della città di Alessandria in cui, come qualcuno ben sa, il dialetto è lo stesso ma con sfumature e termini ben diversi.

 

‘Businà’ è appartenenza

Perché la ‘businà’ ha giustificazione, dunque? Anzitutto perché attiene al senso di appartenenza e di comunità. E’ un legame in un epoca in cui il collante è ormai quasi esclusivamente confinato alle proteste tramite social. E poi la businà è un modo per tenere viva la parlata locale, che non ha l’utilità dell’Inglese, ma certamente un sapore più sincero, accattivante, genuino. Poi non va trascurato l’aspetto ludico: sostanzialmente, la ‘, businà’ (che sia in rima come a Carnevale o in prosa, alla moda di Gelindo) è un divertimento, un concentrato di frizzi e lazzi che genera sorrisi.

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‘Businà’ è cultura

Infine, c’è l’aspetto culturale. Lo studioso Franco Castelli saprà raccontare meglio, avendo analizzato il fenomeno a più riprese (partendo da Castelletto Monferrato, la patria della ‘businà’ nell’Alessandrino).

Qui ci si accontenta di dire che la satira era il modo con cui, nel giorno di Carnevale (“semel in anno..”), il popolo si ribellava al potente di turno, l’Abonante o il Gallese della situazione, per citare due che, come ci ha spiegato egli stesso, finiranno nelle rime 2024 di Gianni Pasino, da un decennio autore della poesia in rima baciata.

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L’appuntamento è per il pomeriggio di domenica 18, in occasione del Carnevale del Cristo.  Si racconterà – dice Pasino – di fioriere, zona a traffico limitato, stazione ferroviaria, parcheggi, commercianti… e molto altro ancora, come si suol dire. Saranno colpi di fioretto, arguzie, battute ironiche.

Al termine, si volterà pagina. E potremo tornare tranquillamente su Facebook a dare sfogo alla nostra ira quotidiana.

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