I numeri della Diocesi di Casale Monferrato
La statistica aggiornata redatta e inviata alla Santa Sede
CASALE – Il Cancelliere Vescovile Davide Mussone ha redatto una dettagliata statistica della Diocesi di Casale Monferrato aggiornata a gennaio 2024.
I numeri della Diocesi di Casale
Questa Chiesa particolare interessa una superficie di territorio di 970 km², che si estende nelle Province di Alessandria, Asti e Torino. La Diocesi di Casale è parte della Regione Ecclesiastica Piemonte-Val D’Aosta, suffraganea della sede metropolitana di Vercelli, confina con le Diocesi di Torino, Vercelli, Pavia, Alessandria ed Asti, con una popolazione totale residente di circa 93.522 abitanti che denota uno spopolamento e un pesante e rigido inverno demografico (nel 1973, 50 anni fa, la Diocesi contava 122.000 abitanti; nel 1983, 40 anni fa, la Diocesi contava 114.000 abitanti e nel 2003, 20 anni fa, contava 104.000 abitanti).
Le Unità Pastorali
Il territorio diocesano è ripartito in 11 Unità pastorali, ognuna con diversa popolazione secondo un definito piano territoriale pastorale:
- Up Sant’Evasio (28.604 abitanti),
- Up San Giovanni Paolo II (7.026),
- Up Madonna dell’Argine-San Giovanni Bosco (9.821),
- Up Santissimo Salvatore (7.259),
- Up Santa Lucia (5.628),
- Up Beato Pier Giorgio Frassati (6.234),
- Up Sant’Agata-San Gottardo (7.136),
- Up Madonna di Crea (5.473),
- Up Santa Gianna Beretta Molla (4.912),
- Up San Candido (5.050),
- Up Santa Fede (6.379).
L’Unità pastorale più popolata, esclusa evidentemente quella della città di Casale, è la “Madonna dell’Argine-S. Giovanni Bosco”, mentre quella più numerosa di parrocchie è la “Sant’Agata-San Gottardo”.
La parrocchia più popolata di tutta la Diocesi è il Sacro Cuore di Gesù (Valentino) e la seconda è quella di San Salvatore Monferrato; le due parrocchie più piccole risultano essere le collinari di Montaldo e di Villamiroglio; il Comune più piccolo è quello di Olivola.
La maggior parte della popolazione dell’intera Diocesi si trova non nella città di Casale Monferrato ma nei paesi e per di più di collina; circa 48mila persone, più della metà degli abitanti della Diocesi, sono domiciliati nei paesi in collina.
I sacerdoti e le parrocchie
Vi sono 47 sacerdoti secolari “incardinati” nella Diocesi di Casale (6 provenienti dall’estero), di cui 45 sono presenti in Diocesi e 2 al servizio di altre Diocesi con mansioni in Italia o all’estero come il missionario don Cavalli (don Daniele Varoli in questi giorni è rientrato in Italia per circa un anno e svolgerà il sevizio pastorale in Diocesi). Dei 45 di riferimento, 2 sono oltre i 90 anni, 5 fra gli 80-90, 7 fra i 70-80, 7 fra i 60-70, 16 fra i 50-60, 7 fra i 40-50, 1 al di sotto dei 40 anni, nessuno sotto i 30.
Le parrocchie presenti nel territorio della Diocesi sono 115: 113 rette dal clero diocesano e 2 dai Salesiani (S. Cuore, Lu). Di queste 115, 88 sono rette da un parroco, anche se spesso non residente in quanto parroco di più parrocchie, 27 invece sono rette da un amministratore parrocchiale (figura simile al parroco con stessi diritti e doveri, ma con meno stabilità temporale).
Solo 36 parrocchie hanno il sacerdote ivi domiciliato, mentre le restanti sono gestite rispettivamente da sacerdoti non residenti (parroci ed amministratori parrocchiali) ed alcune con la collaborazione di diaconi permanenti e assistenti pastorali.
Ben 41 parrocchie sono rette, nella mansione di parroco o di amministratore parrocchiale, da 15 sacerdoti provenienti da altri Stati, talvolta di missione. 8 presbiteri, di origine straniera, sono incardinati in Diocesi a Casale e 7 incardinati nelle loro Diocesi ma operanti attivamente in Italia tramite regolare Convenzione Cei per il Servizio pastorale in Italia. In questi ultimi mesi con grande felicitazione sono stati incardinati in Diocesi don Armand Amuaku e don John Ahlina-Atama. Un solo sacerdote svolge l’incarico di vice parroco in Duomo. Al S. Cuore di Gesù, oltre al parroco moderatore, da settembre è stato nominato co-parroco don Guido Candela.
Le Congregazioni
È presente sul territorio una realtà di clero regolare, che resta un buon riferimento, individuata in 9 religiosi: un Giuseppino d’Asti (addetto al Santuario di Crea), 4 sacerdoti Salesiani a Casale-Valentino (più un fratello coadiutore), 1 Salesiano a Lu.
Oltre ai 9 diaconi permanenti, vi sono 2 Congregazioni di religiose: 4 Suore del Cottolengo a Brusasco, 1 delle Piccole Figlie del Sacro Cuore a Villanova, che aiuta Monsignor Pacomio.
Resta più numerosa la presenza delle 11 suore dell’Istituto diocesano Nostra Signora di Lourdes-Mazzone (9 a Casale e 2 a Vignale), delle 4 monache carmelitane del Monastero Mater Unitatis di Albarengo di Montiglio, oltre alle 7 Silenziose Operaie della Croce che gestiscono la Casa del clero Nostra Signora di Crea-Serniola. In totale vi sono 22 consacrate di vita attiva e 4 di vita contemplativa.
Sono inseriti nell’attività pastorale 18 assistenti pastorali, di cui sei uomini, che svolgono la mansione secondo il mandato del Vescovo, ma anche in aiuto al singolo parroco per una o più parrocchia o anche per un determinato settore della pastorale.
È fuori dubbio che emergono dati di invecchiamento preoccupante dell’età media del clero, gli ultimi anni registrano nessuna ordinazione sacerdotale. Ci sono cinque seminaristi che stanno compiendo il loro percorso scolastico formativo per il servizio alla Chiesa di Casale e lo scorso ottobre, è stato ordinato diacono Joseph Kpodzro in vista del prossimo presbiterato.
L’anno passato registra il decesso dei sacerdoti Giuseppe Rambaldi, Federico Durante, Renzo Monti, Claudio Cipriani, Gioachino Bacino, e recentemente sono mancati don Natale Raiteri e don Angelo Francia, oltre al diacono Maurizio Boltri. Da quando ha preso possesso della Diocesi il vescovo monsignor Gianni Sacchi (29 ottobre 2017) ha sepolto ben 19 sacerdoti.
Nel 1973, 50 anni fa, vi erano 192 sacerdoti incardinati, più 65 religiosi e 395 suore; nel 1993 (30 anni fa), vi erano 145 sacerdoti incardinati, 40 religiosi e 205 suore; nel 2003 (20 anni fa) vi erano 112 sacerdoti incardinati, 30 religiosi e 172 suore.
Nel territorio diocesano si cerca, con difficoltà di orari e spostamenti e soprattutto di carenza di personale, di garantire comunque le celebrazioni fondamentali con una certa continuità nelle singole parrocchie, anche piccole, approfittando degli orari del sabato pomeriggio e dell’intera domenica.
Nei paesi più modesti sono scomparsi molti edifici scolastici, postali e altri ancora, mentre le chiese parrocchiali continuano a operare – anche se non tutti i giorni, che tra l’altro in alcuni paesi sarebbe persino dispendioso e inopportuno – e a mantenere il legame con la popolazione e l’incontro-dialogo fra le persone.
Alcune chiese sono in ottime condizioni strutturali per il tenace interessamento dei pastori e loro fedeli, legati alla loro amata parrocchia, o ai Santuari come la Madonna di Crea, la Madonna del Pozzo e altri ancora; altre chiese invece necessitano di interventi manutentivi piuttosto urgenti e di certo non si risolverebbe il problema chiudendole.
Da non dimenticare che ogni singola chiesa oltre ad essere il luogo di culto di quella particolare comunità è espressione di storia, arte, tradizione, cultura, che vanno assolutamente studiate, preservate e tutelate con tutte le strategie ed energie che risultino, per quanto possibile, essere strade percorribili, nell’interesse e nel bene di tutta la comunità.