L’Europa Digitale
I tanti cambiamenti che sono stati prodotti, nella vita di ciascuno, dalle norme europee dedicate al digitale
La Rete, alla prova dei fatti, non si è rivelata il migliore dei mondi possibili. Che questo dipenda da come sono fatte le persone e dai comportamenti che assumono online è un dato di fatto, forse una forma di libertà. Che ha rincarare la dose siano le piattaforme social che, per perseguire i propri fini, promuovono spesso contenuti divisivi è una consapevolezza maturata nel corso degli ultimi anni.
Le istituzioni, di qua e di là dell’Atlantico, hanno tentato di regolamentare i fenomeni distorsivi di questo mondo e, in previsione dell’elezione del Parlamento Europeo il prossimo giugno, forse è opportuno ricordare alcuni cambiamenti che in Europa si sono tradotti in forme di controllo a disposizione di utenti, cittadini, imprese.
Digital Services Act e Digital Markets Act
Oggi è possibile impedire che gli algoritmi personalizzino i contenuti che ci vengono proposti lasciando che siano ordinati a partire dal più recente. Ciascun utente può controllare le ragioni per le quali visualizza una certa pubblicità e segnalarla come inappropriata, osservare i costi sostenuti per fare propaganda da partiti e candidati. Se minorenni, la pubblicità ricevuta non potrà essere improntata ad una profilazione soggettiva. Di tutto questo si occupa il Digital Services Act.
A breve, grazie al Digital Markets Act, potremo poi pagare i servizi in-app in modalità diverse da quelle native del cellulare che possediamo e, se siamo un’azienda che vende online, non sottostare al rischio che un marketplace si serva dei dati per farci concorrenza o influenzare la visibilità offerta sulla base dell’acquisto di servizi aggiuntivi come la pubblicità o la logistica.
Mille sono le questioni ancora irrisolte, prima fra tutte quella fiscale, ma di certo, almeno nel mondo digitale, l’Europa ha negli ultimi anni un po’ cambiato le nostre vite.