Deambrogio: «Cirio nega un diritto a 15mila persone»
Nuovo intervento a tema sanitario del segretario regionale di Prc-Se
CASALE – «In queste settimane – ha dichiarato il segretario piemontese del Prc-Se Alberto Deambrogio – la condizione in cui si trovano molti gestori di rsa è tornata alla ribalta. Ci ha pensato il presidente della regione Cirio a tirarli in ballo offrendo loro circa 16 milioni per aumentare la quota sanitaria dedicata, ma ricevendo insoddisfazione da questi ultimi».
«In realtà quel che continua a passare sotto traccia è la condizione di migliaia di persone non autosufficienti. Si tratta, secondo gli enti gestori, di almeno 15.000 persone che stanno in rsa e pagano interamente la retta, con importi che oscillano tra i 3 e i 4 mila euro al mese, a cui occorre aggiungere le prestazioni extra. Queste persone sono costrette a fare fronte a tali cifre enormi per un motivo ben preciso: la Regione non riconosce loro un diritto, cioè non riconosce il convenzionamento e la relativa copertura della quota sanitaria. Se così fosse il degente dovrebbe sempre pagare una quota, ma molto più accessibile di circa 1500 euro al mese. In assenza dell’impegno regionale le famiglie si arrabattano come possono e spesso sono indotte a cercare strutture che magari sono meno costose, ma spesso si rivelano di bassissima qualità».
«In questa situazione ci sentiamo di raccogliere l’ennesimo grido di protesta che si è levato da parte della Fondazione di Promozione sociale a partire dalla descrizione di alcuni casi singoli. Si tratta ancora una volta non solo di denunciare la vergogna e la sofferenza collegata a particolari situazioni, ma di rivendicare complessivamente l’applicazione della legge vigente, eliminando il blocco della spesa per la quota sanitaria sancito da due delibere regionali del 2022» continua Deambrogio.
«Il presidente Cirio ormai in piena campagna elettorale va promettendo nuovi ospedali a destra e a manca con tanto di ruolo del privato, che sicuramente vorrà favorire anche con l’uso delle norme a venire sull’Autonomia Differenziata – ha concluso Deambrogio – A lui diciamo di volgere lo sguardo verso il basso, invece, e di finanziare le quote sanitarie che servono per i posti letto in rsa. Le persone che aspettano sono ben di più di 15.000 se pensiamo a tutte quelle che ancora stanno a casa in attesa. La non autosufficienza continua ad essere poco e male considerata sia dalle nuove normative nazionali, sia da questa Giunta regionale, ma sarebbe un errore considerare residuale questo ambito: il diritto alla salute va riaffermato come indivisibile ed egualitario».