L’appello contro l’autocandidatura di Trino a deposito nucleare
La riflessione di Ferruccio Battaglia, Ramona Bruno, Alfredo Frixa, Amel Khadir, Alessandro Lajolo e Anna Maria Villata
TRINO – Ferruccio Battaglia (docente), Ramona Bruno (operatrice dell’accoglienza), Alfredo Frixa (geologo), Amel Khadir (studentessa), Alessandro Lajolo (coordinatore di Slow Food) e Anna Maria Villata (assistente sociale) hanno promosso un appello contro l’autocandidatura di Trino a ospitare il deposito nazionale dei fiuti nucleari.
Di seguito, in forma integrale, il loro intervento.
Riteniamo che il percorso intrapreso più di un decennio fa da Sogin e Isin (Ispra) rappresenti un passo avanti nella ricerca di un sito idoneo per ospitare tali scorie per il metodo adottato e per il seppur timido aspetto partecipativo e democratico.
Riteniamo che la CNAI (carta nazionale dei siti idonei) risultata dall’applicazione su tutto il territorio nazionale di criteri che, seppur criticabili, hanno comunque il pregio di essere trasparenti, rappresenti un punto di arrivo importante.
Trino non rispetta i parametri che Sogin e Isin hanno indicato per l’individuazione del sito.
Per questo motivo Trino non era nella CNAPI (carta dei siti potenzialmente idonei) e, ovviamente, non la troviamo nemmeno nella CNAI sia per la presenza di falde acquifere superficiali, sia perché in mezzo alle risaie che costituiscono l’asse portante dell’economia di quel territorio e di tutto il Vercellese, sia per gli aspetti geologici di quel territorio.