Deambrogio: «Dove è finito il sindaco di Trino Pane?»
Le parole del segretario regionale piemontese del Prc-Se
CASALE – «Dove è finito – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale piemontese del PRC-SE – lo zelante sindaco di Trino dopo la marcia indietro sull’autocandidatura del suo comune a diventare sede del deposito unico nazionale per le scorie radioattive? Abbiamo conosciuto un Pane degno del tarantiniano mister Wolf, quello che risolveva problemi, pronto a inquinare il percorso avviato della CNAI in nome di una proposta scientificamente inconsistente, ma a suo dire risolutoria dei problemi di tutti. Ora che servirebbe la convocazione della Commissione comunale competente per vedere a che punto stanno i nodi aperti dello smantellamento della centraleFermi, lo zelo si è trasformato di colpo in inerzia coperta da maldestra giustificazione: siamo al rimpallo di responsabilità tra lui e il presidente del consiglio su chi la debba convocare!».
«Mentre si consumano queste miserie, occorre ricordare quale è lo scenario che abbiamo davanti e che dovrebbe essere oggetto della Commissione da convocare al più presto, anche per sanare una mancanza di informazioni che dura da troppo tempo. Mentre il Consiglio comunale di Trino ha nominato i nuovi commissari soltanto nello scorso dicembre, la Regione non ha convocato il cosiddetto tavolo di trasparenza sul nucleare in tutto il 2023 e nemmeno, ad oggi, per il 2024. Nel frattempo, sul fronte SOGIN, ci sono stati avvicendamenti con l’entrata in servizio di Fulvio Mattioda al posto dello storico responsabile per il sito trinese Davide Galli. È interessante qui ricordare che quest’ultimo, prima di passare la mano, ebbe a dire che i lavori di decommissioning alla Fermi stavano ormai allo smontaggio della parte più radioattiva, il reattore».
«Qui si appuntano i dubbi e le giuste domande di molti: chi è in grado di fare bene questa delicatissima operazione? Ricordo che i dirigenti di Westinghouse, la multinazionale americana che aveva costruito l’impianto negli anni Sessanta, si stanno di fatto candidando. In audizione parlamentare essi hanno detto: «non smontiamola tutta. lasciamo il ‘cilindro’ centrale, e lì dentro facciamo il deposito per il materiale radioattivo che rientrerà a breve da Francia e Inghilterra dopo il ‘ritrattamento’». Una cosa non da poco, mi pare».
«È venuto il momento in cui – ha concluso Deambrogio – chi ha a cuore la risoluzione ordinata, sicura e democratica dei problemi lasciati dagli esiti del nucleare faccia sentire la sua voce. Chi aveva, già mesi fa, sostenuto che il passaggio critico sul deposito nazionale a Trino non sarebbe stato l’ultimo, aveva ragione. Tutti gli attori, a cominciare da SOGIN, devono aggiornare pubblicamente le loro intenzioni e chi sta chiedendo la convocazione non è rubricabile sotto la categoria dei rompiscatole, ma semmai sotto quella dei responsabili. Una categoria, quest’ultima, sconosciuta al primo cittadino di Trino».