Sanità, Deambrogio: «Fiducia nel progetto di Cirio è malriposta»
Il segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista torna all'attacco
CASALE – Duro attacco del casalese Alberto Deambrogio, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista, nei confronti della Regione sul tema sanità: «Il piano annunciato dal presidente Cirio per risolvere alcuni nodi critici della sanità piemontese ha suscitato molte valutazioni positive in questi giorni. Credo che la fiducia espressa sia davvero mal riposta e non solo perché gli annunci sono arrivati in periodo pre-elettorale».
Continua Deambrogio: «In effetti non è solo quest’ultimo ad essere inopportuno per lasciarsi andare facilmente a lodi infondate. Si tratta di un accordo senza contenuto, fatto di promesse e di speranze. Almeno per tutto il 2024 i piemontesi non trarranno alcun vantaggio da esso: e poi?
Davvero è pensabile che, a proposito di liste d’attesa, uno strumento (la prenotazione) miracolosamente risolva tutti gli annosi problemi organizzativi mai affrontati? La centralizzazione delle agende, da Cirio presentata come altro elemento di svolta, faceva già parte del programma dell’assessore Valpreda più di 15 anni fa. Che dire, in seguito, della carenza di risorse?
I 25 milioni che vengono spacciati come aggiuntivi sono sempre quelli del piano nazionale sulle liste d’attesa e ricordano in qualche modo i famosi carri armati del duce. Le assunzioni languono, mentre la decisione di togliere le prestazioni programmate dal CUP (Centro Unico delle Prenotazioni) sembra avere finalità cosmetiche: le liste d’attesa per le prestazioni più carenti ‘dimagriranno’ semplicemente perché usciranno dai monitor (ecco forse perché il piano è stato denominato ‘sottile’…).
L’idea del ripescaggio dei pazienti rinunciatari appare vergognosa, quasi come una lotteria degli scontrini! Qualcuno sostiene che con questo accordo si avrà la certificazione della domanda: sapremo quanta gente ricorre al privato o rinuncia alle cure! Non bastavano gli studi e i rapporti scientifici degli ultimi 20 anni?»
Conclude Deambrogio: «La verità deprimente è che, anche da questa vicenda, emerge una totale assenza di visione. Le liste d’attesa sono il sintomo di un malessere profondo che richiede interventi strutturali e una radicale riorganizzazione del sistema. Occorre porsi il problema di come governare la domanda di salute.
Abbiamo bisogno di riorganizzare i servizi territoriali perché, prendendo in carico i malati cronici, ottimizzino l’utilizzo delle prestazioni sanitarie il cui bisogno, senza prevenzione e medicina d’iniziativa, è destinato a crescere. C’è bisogno di riformare la medicina di famiglia che rappresenta il pilastro portante del sistema.
Non si tratta di essere ‘benaltristi’. L’accordo proposto da Cirio si basa su presupposti errati. Affronta il problema su versante dell’offerta, mentre la soluzione andrebbe ricercata sul versante della domanda delle prestazioni sanitarie. La sanità piemontese è governata poco e male.
Le aziende sanitarie non vengono guidate ed è verosimile che, subito dopo le elezioni, scopriremo anche l’esistenza di un buco di bilancio. Quella che va denunciata è esattamente questa assenza di visione, incalzando Cirio sui programmi che non esistono e chiedendo informazioni, che mancano, per confrontarsi sulle prospettive che si intende assegnare al Servizio Sanitario Regionale nel prossimo decennio».