Elezioni: il giorno dopo, tra conteggi e bilanci
ALESSANDRIA - Oggi è il "giorno dopo". Il giorno dopo lo spoglio elettorale che ha dato un nuovo assetto alle…
ALESSANDRIA – Si chiama Pasquale Coluccio ed è la sorpresa della tornata elettorale per le Regionali. Il capolista dei Cinque Stelle nella nostra provincia, forte di sole 267 preferenze, è stato eletto. Per dire: Davide Buzzi Langhi di Forza Italia, che ne ha prese 1.969, non ce l’ha fatta.
Com’è possibile? Lo è perché evidentemente, in proporzione, qui il Movimento è andato meglio che altrove mentre Forza Italia ha ottenuto prestazioni migliori in altri collegi.
Dunque, per i soliti calcoli che prevedono, tra l’altro, la rappresentatività dei territori, il rispetto delle minoranze, le percentuali dei partiti, il numero delle preferenze, ecco che a Coluccio è bastato ottenere 21 voti in più di Paola Ferraris (la seconda dei Cinque stelle in provincia) per guadagnarsi lo scranno.
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Andrà all’opposizione, esattamente come Domenico Ravetti, che torna in Regione per la terza volta (due legislature in minoranza, una in maggioranza). L’ex sindaco di Castellazzo, uomo forte del Pd, non è una sorpresa. E’ andato benissimo: portare a casa 5.276 non è semplice.
Certo, il superleader di Fratelli d’Italia, Federico Riboldi è arrivato a 10.699, ma questo è un caso a parte. Intanto perché è il segretario provinciale del partito, poi perché il partito stesso è il primo a livello nazionale e decisamente in auge. Aggiungiamo anche la grande visibilità ottenuta da sindaco di Casale e, infine, il fatto di poter contare su un nutrito nucleo di amici che si sono spesi per lui.
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Riboldi avrà quasi certamente un posto nella Giunta Cirio. Il che significa che verrà promossa a consigliere la seconda arrivata dei Fratelli, ovvero Silvia Raiteri, presidente della casa di riposo L’Uspidalì di Valenza. Ha preso 1.596 preferenze, superando il tortonese Mario Galvani e l’alessandrina Monica Formaiano.
Con Coluccio, Ravetti e (con tutta probabilità) la Raiteri, va in Consiglio Enrico Bussalino, che ha vinto nettamente la sfida tutta interna alla Lega, che coinvolgeva gli assessori regionali uscenti Marco Protopapa e Vittoria Poggio: 4.348 le preferenze di Bussalino, 3.222 quelle di Protopapa, 1.513 i voti per la Poggio.
Cosa insegna tutto ciò? Che quello dei Cinque Stelle, come spesso succede, è un voto “di opinione”, visto che il numero di preferenze dei candidati grillini è sempre piuttosto basso. Ma, soprattutto, che puoi avere consensi personali se il partito ti dà una mano. Mica per nulla Ravetti, ieri sera, si è anzitutto preoccupato di ringraziare tutti quelli che gli hanno organizzato incontri in mercati, circoli, paesi…
E se Bussalino ha vinto è perché, ed è parso chiaro fin dalle prime battute della campagna elettorale, Riccardo Molinari, numero uno della Lega in Piemonte (tanto più qui da noi), ha puntato forte sul presidente della Provincia, nonché sindaco uscente di Borghetto Borbera. Protopapa e Poggio, dunque, benché forti della visibilità ottenuta da assessori, si sono dovuti accontentare del “fai da te”. Almeno, così è parso.
Poi certo, è stata manna per la Lega il poter giocare con tre punte, sapendo però che il vero bomber ce l’aveva Fratelli d’Italia, ovviamente Riboldi. Il quale, così risulta, ha tirato la volata a Silvia Raiteri. E ci ha rimesso una come Monica Formaiano, che pure non è l’ultima arrivata (nel partito in realtà sì; prima stava in Forza Italia).
Infine, la legge (bella, brutta, insensata, comunque legge) secondo la quale l’elettore non può dare due preferenze dello stesso genere, nel caso dei Fratelli ha evidentemente penalizzato Galvani. Colpevole di essere maschio.