Il giovane senzatetto di Casale: la famiglia lo cercava da anni
Nei giorni scorsi il 34enne francese è stato ricoverato all'ospedale di Novi Ligure, verrà predisposto il rimpatrio sanitario
CASALE – Nelle prime ore della mattina di mercoledì 12 giugno, la Polizia Locale di Casale Monferrato è intervenuta presso la locale stazione ferroviaria per risolvere il problema di degrado e sicurezza urbana determinatosi progressivamente dalla persistente presenza di senzatetto.
Alcune recenti segnalazioni, infatti, avevano allarmato il Comando di via Facino Cane che dopo un attento monitoraggio, ha valutato necessario intraprendere l’azione coordinando un intervento che ha visto coinvolti anche i Servizi socio assistenziali e psichiatrici dell’ASL casalese al fine risolvere una situazione che fino a un paio di settimane fa presentava solo la presenza notturna del senza tetto.
A causa delle pregiudicate condizioni fisiche e psichiche in cui è stato rinvenuto, un senzatetto di nazionalità francese di 34 anni è stato ricoverato presso l’Ospedale di Novi Ligure, in quel momento il più vicino con disponibilità immediata di posto letto.
Senzatetto: l’identificazione
Il Consolato francese di Milano, in seguito ai costanti contatti con il Comandante della Polizia Locale Vittorio Pugno, dopo averne verificato e confermato la nazionalità francese si è attivato con l’Ospedale di Novi Ligure per organizzare un rimpatrio sanitario dell’uomo, precisando che la sua famiglia era intenta a rintracciarlo dal 2020.
Al termine dell’intervento, l’area della stazione ferroviaria, lasciata dagli occupanti in stato di degrado igienico, è stata ripulita e sanificata dal personale della Società Cosmo.
Così il Comandante Vittorio Pugno: «È la seconda problematica relativa ai senza tetto stranieri per la quale la Polizia Locale, coordinandosi con i vari servizi dell’ASL AL, ha trovato una soluzione che non fosse un semplice allontanamento che avrebbe spostato soltanto la presenza da un luogo all’altro della città. Si tratta di un fenomeno fortunatamente anomalo per il nostro territorio ma che nel tempo ha creato allarme sociale oltre che degrado in uno dei principali terminali di arrivo in Casale. Inoltre non va dimenticata, soprattutto in casi come quello del 12 giugno, la dimensione umana perché, spesso a dispetto di banali luoghi comuni, dietro queste persone si celano tristi vicende, conseguendone l’inopportunità di approcciarsi esclusivamente nell’ambito del solo intervento di polizia ma agendo a tutto campo attraverso il coordinamento dei servizi territoriali».