Monfrà Jazz Fest: una partenza in grande stile
Da venerdì a domenica, il resoconto degli eventi. Si riparte domani con i big
CASALE – Venerdì 14 giugno ha preso il via l’edizione numero sette del Monfrà Jazz Fest, la manifestazione organizzata da l’Accademia Europea d’Arte Le Muse che vuole far conoscere attraverso la musica la bellezza del Monferrato e i suoi tesori naturalistici, enogastronomici e artistici.
A suggellare questo connubio musica e paesaggio le mostre del progetto Bioculturale Heritage: La vita nel fiume allestite alla Manica Lunga del Castello grazie a un progetto di Accademia Le Muse e il Parco del Po Piemontese, inaugurate venerdì 14 giugno e la cui apertura è già stata prorogata a martedì 25 giugno, per il numero di richieste di visita da parte dei centri estivi.
Per la prima volta sono esposti al pubblico alcuni pesci imbalsamati (il pesce siluro, la carpa, lo storione) facenti parte di una collezione di circa mille esemplari tra pesci, uccelli e mammiferi, di proprietà del Parco del Po Piemontese: un’opportunità unica per vedere da vicino gli abitanti del grande fiume e approfondire la conoscenza di specie autoctone e alloctone. Uno sguardo sui pesci del fiume viene offerto anche dalle tavole a colori di Titti de Ruosi mentre il tema dell’acqua è ben rappresentato dalle foto di Donatello Lorenzo, toscano ma piemontese di adozione, che è riuscito a catturare con l’obiettivo un gran numero di volatili che abitano le risaie ei canali del Monferrato, compreso il raro Airone Rosso.
Oltre all’acqua un altro elemento che tocca da vicino il Fest è il legno, che riporta da una parte agli alberi regalati dal Festival alla Foresta Condivisa di Pecetto di Valenza e dall’altra al materiale con cui sono costruiti molti strumenti musicali; legno che è il protagonista della terza mostra alla Manica Lunga e frutto del gemellaggio tra il MonJF e il Festival molisano Borgo in Jazz. Antonio Giammei, musicista e scultore, espone alcune sue sculture a tema musicale e ricavate da essenze tipiche dei monti della sua terra, il Molise. A precedere l’inaugurazione delle mostre il convegno sulla custodia delle Orchidee Selvatiche la cui tutela, hanno sottolineato i partecipanti, non è soltanto salvaguardia della biodiversità ma rappresenta anche un valore aggiunto per il nostro territorio, che viene scelto sempre di più dagli stranieri come luogo in cui vivere. La presentazione libraria “Il ritorno delle piante” di Fabio Marzano è invece saltata a causa degli impegni familiari dell’autore.
La natura ha continuato ad essere la prorompente protagonista della giornata di apertura del Fest con il concerto tra le vigne, presentato da Genny Notarianni, per festeggiare i 10 anni del riconoscimento patrimonio UNESCO dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato. Tra i filari dell’azienda vitivinicola Marco Botto di Sala Monferrato mentre il pubblico gustava l’aperitivo con i prodotti del territorio e i vini della cantina si è esibito il Nugara Trio. Nell’ambito del progetto Siae per chi crea, Viden Spassov contrabbasso, Francesco Negri pianoforte e Francesco Parsi batteria hanno suonato gli otto pezzi che costituiscono “Point of Convergency” pubblicato da GleAM Records, il loro album d’esordio che hanno presentato in una lunga tournée europea, le cui tappe italiane sono curate dall’Accademia Europea d’Arte Le Muse e di cui Sala rappresenta l’ultima esibizione: “Siamo in una bellissima location, non ci è mai capitato di suonare in mezzo ad una vigna, per cui siamo contenti di chiudere in questo bellissimo Festival il nostro tour” . Il concerto a Sala rappresenta infatti la quindicesima e ultima tappa dei tre talentuosi musicisti che vantano anche la collaborazione della violinista Anais Drago, che sarà l’interprete del concerto del bosco del 23 giugno prossimo, e che propongono un sound che vuole appunto essere un “Punto di convergenza” di melodie ed esperienze differenti, che derivano dai loro diversi background musicali.
La natura e il paesaggio marcano fortemente questa prima parte del Fest, con la seconda giornata, sabato 15, tutta dedicata al Po per rimarcare l’importanza della biosfera UNESCO e del nostro fiume. All’Imbarcadero di Csale Monferrato in Viale Lungo Po Antonio Gramsci a cura di Accademia Le Muse in collaborazione con la biblioteca Ragazzi di Casale Monferrato nel pomeriggio Giulia Motta ha coinvolto i bambini presenti con ormai un classico del Fest “Fiabe in Jazz”. Per tutti la possibilità di un giro in barcè a cura degli Amici del Po e passeggiate alla scoperta del Fiume a cura del parco del Po Piemontese, aspettando il tramonto per poter godere di “Jazz on the River”. Grazie al sostegno del MiC e di SIAE, quest’anno il Fest può avvalersi delle esibizioni di ben sei gruppi emergenti autoriali e tra questi il duo composto da Alex Romagnoli chitarra e Camilla Baraggia chitarra e voce, che hanno presentato “Magnolia” il loro disco d’esordio costituito da cinque pezzi scritti a quattro mani. L’emozione per loro è stata doppia perché oltre al disco il concerto sul Po ha rappresentato un ritorno al fiume dopo 10 anni esatti dalla loro prima esibizione all’Imbarcadero.
Assaporando la merenda sinoira preparata dagli amici del Po il pubblico è poi stato catapultato in un’atmosfera da ballad con la musica della band Slow Jam. Quattro artisti: Leonardo Barbierato basso, Paolo Longhini chitarra e voce, Lorenzo Morra piano e Davide Mancini batteria e percussioni presentano la loro ultima fatica discografica dal titolo “Mega” sostenuta da Ministero per la Cultura e SIAE che, tramite l’Accademia Le Muse, hanno selezionato sei gruppi emergenti under 35 con una forte connotazione di musica autoriale.
Solo poche ore e poi il Po è nuovamente protagonista con il concerto del risveglio, preceduto alle sette dalla colazione monferrina preparata dagli Amici del Po. Il concerto mattutino del Giulia Damico Quartet fa parte del progetto Siae per chi crea che seleziona gruppi emergenti che hanno la particolarità di scrivere musica con un racconto che trasmetta particolari sensazioni. In questo caso il lavoro della compositrice Giulia Damico accompagnata dai musicisti Viden Spassov al contrabbasso, Didier Yon al trombone e Francesca Remigi alla batteria si rifà a sette colori che rispondono ciascuno a una ambientazione sonora che ha lo scopo di risvegliare i punti del corpo attraverso il suono stesso. Un linguaggio musicale fatto di improvvisazione, sperimentazione e psichedelia. Giulia confessa al pubblico di non essersi mai esibita al mattino ma il contesto del Monfrà Jazz Fest con la luce degli albori del giorno è perfetto per un concerto particolare in cui la voce della cantante, gli strumenti e lo scorrere dell’acqua costituiscono una vibrazione unica che riporta con slancio al legame Uomo Natura di cui il Fest da sette anni vuole essere ambasciatore.
La chiusura del concerto è affidata all’immancabile dono della maglietta del Fest e alla scatola rossa dei Krumiri Rossi Portinaro che, chiosa Ima Ganora, “può essere sicuramente fonte di ispirazione in sala prove.” La mattinata sul Fiume è proseguita con le gite in barcè a cura degli amici del Po e i laboratori di Giulia Motta alla scoperta delle farfalle, per un nutrito gruppo di bambini.
Dalle 16.30 il Fest si è spostato invece nel centro storico della città, dove gli allievi di Casale di The Kitchen Swing guidati dall’insegnante Nicole Pipino e accompagnati dalla musica di Mr Rhythm the swing selecta hanno dato prova di quanto hanno imparato durante il primo anno di corso. Poi l’intera piazza Mazzini si è trasformata in una pista da ballo di Lindy Hop, per riconfermare che il jazz e la musica sono libertà di espressione ed espressione di libertà.
Solo un giorno di pausa e da martedì si ricomincia a Casale nel Cortile di Palazzo Langosco, in via Cavour 5 per il primo concerto dei big.
Per il programma completo e l’acquisto dei biglietti www.monjazzfest.it