Come e perché è morto Valerio Miceli?
Sulla vicenda del 30enne fuggito dalla comunità psichiatrica di Frassineto Po e poi ritrovato senza vita a pochi chilometri, la Procura di Vercelli ha aperto un fascicolo. Disposta l’autopsia
CASALE MONFERRATO – Perché è morto Valerio Miceli? A questa domanda gli inquirenti – che da sabato 22 giugno, il giorno del ritrovamento del suo corpo senza vita – dovranno trovare una risposta. Le indagini, in questo momento, si stanno concentrando sulle cause della morte di un uomo di 30 anni senza apparenti problemi di salute fisica.
La vicenda Valerio Miceli
Per comprendere appieno la vicenda, però, è necessario, ripercorrere gli ultimi giorni di esistenza del 30enne. La vita di Valerio Miceli era stata segnata da circa 20 anni di terapie psichiatriche e residenze in comunità specializzate.
Il giovane, originario delle campagne del Vercellese, era stato prima ospite della struttura Il Tiglio di Acqui Terme, poi trasferito – e avvicinato a casa – nella residenza psichiatrica di Frassineto Po, una “casa appartamento” gestita dalla cooperativa Anteo.
Un periodo, quello a Frassineto – secondo quanto siamo riusciti a ricostruire – che Valerio Miceli ha vissuto con difficoltà, subendo anche alcuni ricoveri. Una situazione critica che mercoledì 19 ha avuto una tragica svolta. L’uomo, infatti, avrebbe accusato un malore mentre si trovava all’interno della comunità: un operatore, al quale il paziente si sarebbe rivolto chiedendo aiuto, avrebbe immediatamente chiamato i soccorsi.
Una volta giunta l’ambulanza, Valerio sarebbe salito sul mezzo allacciandosi le cinture di sicurezza. In quel frangente, avrebbe palesato la volontà di essere aiutato e trasportato in ospedale. Ma qualcosa deve essere repentinamente cambiato in lui. Il giovane, infatti, avrebbe sganciato le cinture fuggendo di corsa nelle campagne circostanti e dileguandosi.
Immediata la richiesta di soccorso che ha attivato le forze dell’ordine, la Protezione Civile e i tanti operatori che Valerio aveva conosciuto lungo il suo percorso. Una richiesta di aiuto che, nelle ore e nei giorni successivi, ha portato decine di persone, i cani molecolari e l’impiego di elicotteri, a battere palmo-palmo l’area del Casalese.
Il ritrovamento del corpo
La vicenda, purtroppo, si è conclusa nel modo più drammatico, con il ritrovamento del corpo senza vita di Valerio. Ritrovamento avvenuto sabato mattina (il 22 giugno) da parte della Protezione Civile, in un campo, a bordo della provinciale che collega Frassineto Po a Casale, all’altezza dell’autostrada.
«Adesso aiutiamo la famiglia»
Nelle ultime ore, abbiamo provato a contattare le persone con le quali il giovane era venuto a contatto. «Nel ricordo di Valerio – ha detto Paolo Casamento, direttore della Struttura Complessa Salute Mentale dell’Asl di Alessandria – abbiamo il dovere di continuare a sostenere la sua famiglia che sta vivendo un momento terribile».
«No comment», invece, è stata l’unica dichiarazione della cooperativa Anteo.
Ora l’autopsia
Su quanto sia avvenuto nella giornata di mercoledì e nelle ore successive, sta ora indagando il Commissariato di Casale coordinato dalla Procura di Vercelli. I magistrati hanno aperto un fascicolo e disposto l’autopsia. Stando ad alcune indiscrezioni, il corpo del giovane sarebbe stato rinvenuto con evidenti macchie nere e segni dei quali solo l’esame autoptico potrà chiarire la natura.