«Come si lavora nella nostra agricoltura?»: l’attacco di Deambrogio
Nuovo intervento del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – Nuovo intervento e nuovo attacco di Alberto Deambrogio, segretario regionale del Prc – Se che si focalizza sull’agricoltura piemontese e soprattutto su come si lavora nell’agricoltura piemontese. «La cronaca di questi giorni accende un riflettore su come si lavora in agricoltura anche nel nostro Piemonte. Non ci volevano però le indagini aperte nel cuneese e nell’astigiano per svelare una condizione ahimè risaputa da molto tempo. Basterebbe buttare un occhio su una tendenza di lungo periodo: quella della costituzione di cooperative, che un tempo erano la normalità solo per il settore vitivinicolo ed ora stanno diventando fenomeno assai largo».
Continua: «La peculiarità di queste costituzioni sta nel fatto che esse nascono e muoiono in un brevissimo lasso di tempo. Tale caratteristica induce a pensare a come esse siano strutturate al loro interno, con pochissimi soci lavoratori effettivi e diritti non assicurati. Al di là della cronica mancanza di personale per gli ispettorati, che non riescono ad effettuare controlli, oggi, qui in Piemonte, nasce spontaneo un interrogativo politico indirizzato alla Giunta e all’Assessore competente.
Siccome il Complemento di Sviluppo Rurale (C.S.R.) prevede che chi attinge ai fondi comunitari debba rispettare la condizionalità sociale, mi domando chi, quando e con quali modalità sta effettuando i doverosi controlli su quell’incrocio. Su questa corrispondenza tra danaro e diritti da garantire, sacrosanta quando si sanciscono a parole le cose e molto meno effettiva nel reale, cosa ha da dire chi governa il Piemonte?»
«Come abbiamo ricordato nella recente campagna elettorale con Piemonte Popolare – conclude Deambrogio – noi vogliamo un nuovo modello agricolo che contrasti l’applicazione dei processi industriali nella produzione agro-alimentare, che già tanti danni ha prodotto all’agricoltura e all’ambiente, garantendo una migliore qualità alimentare. L’accesso alla terra, bene comune, per una nuova generazione di agricoltori, attraverso il finanziamento di strumenti legislativi regionali già esistenti (dalla banca della terra alle associazioni fondiarie), che possano guadagnarsi da vivere utilizzando metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e della dignità di chi lavora, braccianti compresi».