Cosa resterà di questi anni
La capacità di condurre la audit di un algoritmo sarà una competenza sempre più richiesta nel mondo dell'Intelligenza Artificiale
In particolare, “… di questi anni ‘80” cantava Raf e, se ogni domanda è lecita, è appropriato rispondere che, di questi ultimi due anni, insieme a molte altre cose decisamente meno piacevoli, resterà l’Intelligenza Artificiale con tutti i rischi e le altrettante opportunità che di giorno in giorno si stanno palesando.
Più difficile è prevedere quali competenze dovranno essere acquisite e quali andranno perdute. Se il cosiddetto “prompt design“ – ovvero l’insieme di tecniche volte a dare istruzioni appropriate alle piattaforme di AI – appare sempre più intuitivo e agevolato dagli stessi software, è possibile che, come ogni cambiamento tecnologico, la AI atrofizzi sensibilità intellettuali e abilità tecniche. Per questo occorre tenere la guardia ben alzata.
La audit di un algoritmo
Una competenza che di certo risulterà però necessaria sarà quella legata a condurre l’analisi di un algoritmo affinché, nelle imprese o nelle organizzazioni in cui la AI sia utilizzati, non solo sia efficace, ma risulti anche rispettoso di standard legali ed etici.
La controllabilità dei risultati da parte degli esseri umani, il rispetto dei dati personali, l’accuratezza delle risposte e la possibilità di essere migliorato di fronte agli errori sono solo alcuni dei requisiti accanto al quale dovrà svilupparsi una corrispettiva responsabilità umana, in grado di servirsene senza pregiudicare i diritti di utenti, collaboratori, clienti.
Se all’Intelligenza Artificiale chiediamo molto, a quella umana dovremo chiedere molto di più.