Se a rispondere al telefono è la AI
Non sono solo i chatbot le applicazioni più comuni della AI, ma molte altre attività che le imprese stanno via via integrando nella loro organizzazione
Tra le applicazioni più promettenti della AI vi è l’integrazione con un centralino telefonico che permetta alle aziende di trascrivere le domande e risposte formulate da utenti e operatori così da individuare errori, definire degli standard, conservarsi un corpus di conoscenze in forma scritta e digitale.
È un esempio di come questa nuova tecnologia non debba essere pensata necessariamente per sostituire gli esseri umani, ma per aiutarli a integrare le loro capacità con un sapere accumulato e reso disponibile in modo così intuitivo. Se i chatbot più comuni mirano a rispondere a domande ripetitive, aziende come Ikea stanno predisponendo chatbot non in sostituzione degli operatori, ma come un assistente virtuale a disposizione degli operatori per aiutarli nelle domande che ricevono via mail e telefono.
I Digital Twins
Un’altra applicazione che sta prendendo sempre più piede è quella volta a mappare e razionalizzare, grazie all’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, dei “gemelli digitali” dei clienti così da individuarne motivazioni e resistenze, anticiparne le criticità, migliorare costantemente i prodotti e i servizi offerti, sviluppare iniziative di marketing più efficaci.
In poco più di due anni, assistiamo a continui miglioramenti e a sperimentazioni più promettenti. Quanto più ci avvaliamo della AI tanto più dobbiamo però cautelarci dalla possibile perdita di creatività e spirito critico: il nostro peggior nemico non è infatti l’Intelligenza Artificiale, ma siamo noi stessi se la adottiamo in modo superficiale e senza aggiungere alcun valore aggiunto da parte nostra.