Deambrogio: «Nuovi ospedali: crisi nelle modalità di finanziamento»
Nuova invettiva del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – «I ritardi per gli iter realizzativi degli ospedali di Cuneo, Alessandria e Novara – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE – segnalano non solo e non tanto un problema temporale, ma una ben più grave crisi sulle modalità di finanziamento. Si tratta di una crisi strategica, che l’assessore Riboldi non riuscirà a risolvere con l’avvolgente pragmaticità con cui ha tentato di presentarsi sinora. Devo dire che anche le reazioni delle opposizioni non sono state in grado di cogliere il problema vero.
Lo stesso sindaco PD di Alessandria si lamenta dello scarso coinvolgimento, ma non dice nulla né sul suo incauto fidarsi delle promesse dell’assessore Icardi la scorsa primavera, né sulla soluzione, legata ai fondi INAIL, che presto Riboldi porterà in giro come salvifica».
Prosegue: «È del tutto evidente che, come la situazione di Cuneo ha platealmente dimostrato, il partenariato pubblico privato per realizzare nuovi ospedali non funziona perché troppo costoso. Di fronte a questa evidenza e ai ritardi che ha ingenerato, ora dalla Regione rilanciano in grande stile l’utilizzo di risorse INAIL. Al di là del fatto che ormai questa soluzione funziona per coprire qualsiasi vana promessa su vari territori piemontesi, bisogna sapere bene su cosa essa si fonda. Al giugno di quest’anno l’interesse praticato dall’istituto ha raggiunto la vetta del 7%.
Quale ASL oggi, sempre sul filo del rasoio con i conti, sarebbe in grado di pagare canoni con questi interessi? Non scherziamo, perché davvero è intollerabile davanti alle persone che aspettano risposte. Non è finita qui, però. Bisogna sapere che l’INAIL non solo presta soldi e vuole guadagnarci su, ma che il tasso di effettiva spesa dei fondi che sulla carta ha erogato è molto basso: c’è dunque un problema di difficile messa a terra delle risorse dimostrato nei fatti. Infine è utile ricordare che quell’istituto non finanzierebbe le attrezzature, che si possono computare oggi con una cifra pari a circa 250.000 euro a posto letto. Dove si troverebbero questi ulteriori soldi?».
«La realtà – ha concluso Deambrogio – ci dice che non esiste mezzo di finanziamento più vantaggioso di quello pubblico. Oggi tutto è bloccato perché accendere mutui cozza contro i vincoli di bilancio. Quel che sta succedendo in Piemonte non può che avvalorare la necessità di un rilancio della spesa statale per l’edilizia sanitaria, che da più di vent’anni è sostanzialmente ferma al palo. Il problema è che su questo Riboldi non ci sente, così come non ci hanno sentito altri di centro sinistra. Va fatta invece una battaglia in questo senso dal basso verso l’alto per rimettere in discussione i limiti di spesa sulla salute. Infine, altra cosa che l’Assessore non è in grado di fare, occorre mettere a punto una idea precisa di rete ospedaliera in cui collocare investimenti e rimodulazioni dei servizi».