Edicola campestre distrutta: sconcerto e rabbia a Castelletto Merli
La Madonnina ridotta in pezzi a Guazzolo. Un gesto inspiegabile che ferisce l'intera comunità
CASTELLETTO MERLI – Perché? È la domanda che emerge spontanea davanti alle immagini che circolano nelle chat e immortalano un’edicola campestre distrutta, con la statua della Madonnina ridotta in mille pezzi. Un atto vandalico, premeditato e crudele, che ha scosso profondamente gli abitanti di Guazzolo (nel Comune di Castelletto Merli) e del comprensorio moncalvese.
L’edicola, dedicata alla Madonna, sorge da tempo immemore a pochi passi dall’abitato di Guazzolo, un luogo tranquillo, crocevia di strade di campagna frequentate da passeggiatori in cerca di pace e bellezza naturale. La piccola costruzione, custodita con cura nel tempo, è diventata simbolo del territorio e della sua storia.
Chi ha compiuto questo gesto, rompendo prima il vetro e poi distruggendo la statua, non può giustificarsi con una semplice “bravata”. È un atto violento e gratuito, che ferisce non solo i credenti ma l’intera comunità: un simbolo condiviso e amato, sventrato senza ragione.
«Non si può giustificare tutto come bravata – dicono alcuni residenti – altrimenti nulla ha più senso». Quella piccola edicola rappresentava molto più di una statua: era memoria, arte e speranza, un luogo che univa passato e presente.
Dietro il gesto vandalico, alcuni ipotizzano una prova di forza, forse persino condivisa sui social come accade nelle “challenge” di oggi. Ma chi lo ha compiuto non deve sentirsi forte o alternativo: piuttosto debole, incapace di rispetto e di comprendere il valore del luogo in cui vive.