Davvero Linkedin è cringe?
Elon Musk ha affermato quanto sia imbarazzante usare il social network concorrente di X. Cosa c'è di vero?
Per mesi chi si occupa di media digitali si era interrogato sulle ragioni, industriali o finanziarie, che hanno portato nel passato Elon Musk ad acquistare Twitter, soprattutto in seguito allo stillicidio di annunci di inserzionisti pubblicitari che pian piano abbandonavano la piattaforma.
A distanza di qualche tempo si è capito il piano e, benché in modo diverso, come il social network dei cinguettii era riuscito ad imporsi come il motore di ricerca del presente e il più influente nel dettare il dibattito pubblico sui giornali, anche di X si continua a parlare e ad esso saranno affidate le principali esternazioni del miliardario consigliere del prossimo Presidente degli Stati Uniti.
Linkedin è imbarazzante?
Benché molto ricco, l’uomo tiene però famiglia, e numerosa, e nel recente passato si è espresso in modo assertivo su uno dei concorrenti di X, Linkedin, affermando quando sia imbarazzante (“cringe”) pubblicarvi post ed immagini.
Per quanto ci sia chi lo utilizza come se fosse Tinder e per quanto non vi appaiono convegni o corsi di formazione in cui relatori e partecipanti non abbiamo trovato l’esperienza entusiasmante, Linkedin si è però affermato come il social network professionale per definizione, il luogo in cui consultare annunci di lavoro e pubblicare curriculum vitae, la principale piattaforma in cui informarsi e accreditare le proprie competenze.
Personalmente, seguire l’hashtag #airesearch mi ha permesso di leggere documenti e approfondimenti sull’Intelligenza Artificiale che altrove non avrei potuto trovare. Neppure su Google, non più su Twitter, forse su Telegram se lo sapessi usare con più attenzione. Eppure imbarazzante può essere un annuncio di lavoro discriminatorio, un post scritto male, una celebrazione superficiale di un traguardo aziendale: sicuramente lo è un social network, come X, i cui post del proprietario vi risultano sempre prominenti.