Bruschi: «La memoria non basta, servono coerenza e azioni concrete»
Il consigliere comunale critica le contraddizioni politiche su diritti, guerre e politiche migratorie dopo le celebrazioni del Giorno della Memoria
CASALE MONFERRATO – Dopo le celebrazioni del Giorno della Memoria, che hanno visto una forte partecipazione con eventi alla Sinagoga, alla porta dell’ex ghetto, alla tomba d’onore degli Internati Militari Italiani e in Sala Consiliare, il consigliere comunale del Partito Democratico, Enrico Bruschi, interviene con una riflessione critica sulla coerenza delle istituzioni e delle politiche attuali.
Bruschi richiama l’importanza delle parole pronunciate dalle autorità cittadine sul valore della memoria e della giustizia, sottolineando però come questi principi non si traducano sempre in azioni concrete.
«Abbiamo ascoltato parole giuste e importanti sulla necessità di ricordare e sul dovere di trarre dalla memoria una coscienza civile basata sul rispetto della vita, della dignità e della giustizia», afferma il consigliere, evidenziando però una contraddizione di fondo: «Sembra però che queste nobili parole non riescano a trasformarsi in comportamenti coerenti».
Europa, migrazioni e diritti umani: le contraddizioni politiche
Il consigliere pone l’attenzione sulla situazione europea, sottolineando come l’Unione sia riuscita a mantenere la pace ma mostri segnali preoccupanti di erosione dei suoi valori fondanti. «Quella stessa Europa che il partito dei due principali esponenti cittadini da tempo non cessa di delegittimare e tenta di disgregare», accusa Bruschi, evidenziando il pericolo di indebolire un progetto che ha garantito decenni di convivenza pacifica.
Bruschi denuncia poi il dramma delle migrazioni nel Mediterraneo, dove migliaia di disperati fuggono da guerre, persecuzioni e povertà. «Non pensano che verrà un tempo in cui la memoria avrà come oggetto i tanti disperati del mondo, lasciati morire nel nostro Mediterraneo?», domanda il consigliere, criticando le politiche che affidano il contenimento dei flussi migratori a regimi dittatoriali.
«Senza limiti al peggio, recentemente toccato con la liberazione da parte del nostro Governo di un criminale perseguito da un mandato d’arresto di un tribunale internazionale», aggiunge Bruschi, riferendosi alla recente gestione italiana di un caso controverso di giustizia internazionale.
Un appello alla coerenza e all’azione politica
Bruschi conclude sottolineando la necessità di trasformare la memoria in impegno concreto, affinché i valori di giustizia, libertà e rispetto della dignità umana non restino solo parole pronunciate nelle celebrazioni ufficiali, ma diventino principi guida delle politiche nazionali e internazionali. «Quello che non pare accettabile è che non rimanga al centro innanzitutto il diritto del bambino o della bambina ad accedere a un servizio», afferma il consigliere, ribadendo la necessità di un approccio più equo e umano nelle politiche sociali e migratorie.