Casale, interrogazione sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile
La coalizione "Casale, Davvero!" chiede chiarezza sui dati allarmanti emersi da un’indagine di Greenpeace sulla contaminazione idrica
CASALE MONFERRATO – I consiglieri comunali della coalizione civica “Casale, Davvero!” hanno presentato un’interrogazione al Sindaco Emanuele Capra e all’Assessore all’Ambiente (da pochi giorni è Gigliola Fracchia), sollecitando un’indagine approfondita sulla qualità dell’acqua potabile a seguito dei dati allarmanti emersi da una recente ricerca di Greenpeace.
Secondo l’indagine, i livelli di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) superano le soglie considerate sicure dagli organismi sanitari internazionali in diverse aree della provincia di Alessandria. L’indagine di Greenpeace ha analizzato 260 campioni d’acqua prelevati tra settembre e ottobre 2024 in 235 città e province italiane, rilevando una contaminazione nel 79% dei casi, con particolare attenzione alle acque delle fontane pubbliche.
Tfa: Casale quinta in Piemonte, nona in Italia
A destare preoccupazione a Casale è la presenza della molecola TFA (un composto considerato perenne, quasi ubiquitario in Europa. Si forma dalla degradazione dei Pfas). La ricerca ha evidenziato che Casale Monferrato per questo indicatore è al quinto posto in Piemonte nella classifica dei valori massimi con 206,5 ng/l, nanogrammi per litro (Castellazzo Bormida è al primo, Valenza è al sesto, Acqui Terme al settimo, Ovada all’ottavo, Tortona al decimo), nono posto in Italia.
Tfa: il dossier di Greenpeace
La contaminazione da TFA Questo composto a catena ultracorta finito al centro delle attenzioni del mondo scientifico solo negli ultimi anni mostra un’ampia diffusione nei comuni italiani. Il TFA (Acido Trifluoroacetico) è stato ritrovato nel 40% per cento dei campioni analizzati, ovvero 104 su un totale di 260. A eccezione di Arezzo, in tutti gli altri campioni in cui è stata accertata la presenza di TFA, questo costituisce la quasi totalità dei PFAS misurati in termini di massa. È lampante poter constatare che la concentrazione di questa molecola sia spesso presente in quantità maggiori, di almeno un ordine di grandezza, rispetto agli altri PFAS.
Queste evidenze sono in accordo con gli esiti di indagini recenti effettuate su acque potabili e minerali europee. Il comune di Castellazzo Bormida (AL) ha mostrato i valori più elevati (539,4 nanogrammi per liComuni in cui è stata registrata la presenza di TFA 21-30 ng/l 31-40 ng/l 41-50 ng/l 1-100 ng/l >100 ng/l 15 ACQUE SENZA VELENItro), seguito da Ferrara (375,5 nanogrammi per litro) e Novara (372,6 nanogrammi per litro). Concentrazioni molto alte si registrano anche ad Alghero (SS), Cuneo, Sassari, Torino (Corso Castelfidardo), Cagliari (Piazza Italia), Casale Monferrato (AL) e Nuoro. Sia a Torino che a Cagliari il TFA è stato trovato in tutti i campioni prelevati, sebbene a concentrazioni più basse rispetto ai punti di prelievo con i maggiori livelli di TFA. La Sardegna (77% dei campioni positivi), il Trentino Alto Adige (75% dei campioni positivi) e il Piemonte (69% dei campioni positivi) sono le Regioni in cui la contaminazione da TFA è risultata essere più diffusa.
Le richieste dei consiglieri comunali
I firmatari dell’interrogazione chiedono al Comune di prendere in considerazione i risultati dell’indagine di Greenpeace e di avviare un monitoraggio più approfondito sulla qualità dell’acqua potabile. «La storia di Casale non può e non deve avere mai margini di ambiguità in proposito», sottolineano chiedendo massima trasparenza sulle fonti di approvvigionamento idrico e un confronto chiaro con la cittadinanza.
L’interrogazione invita inoltre l’amministrazione a valutare l’ampliamento delle analisi sugli acquedotti locali, prendendo esempio da altre realtà europee, come la Svizzera, dove sono state introdotte misure più rigorose per il controllo di queste sostanze.