Sanità piemontese: critiche di Rifondazione Comunista su AFT ed edilizia
Il partito contesta la reale efficacia degli annunci di Regione Piemonte: "mancano programmazione e fondi"
TORINO – «Dietro gli annunci trionfalistici su AFT ed edilizia sanitaria si nascondono gravi problemi organizzativi, finanziari e di pianificazione». È quanto denuncia Alberto Deambrogio, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, mettendo in discussione le scelte sanitarie della coppia Cirio-Riboldi.
Le critiche al modello AFT
Il primo punto toccato riguarda le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), presentate come la soluzione per garantire la continuità dell’assistenza medica di base. «In realtà – sostiene Deambrogio – la promessa di copertura h12 si è ridotta a una semplice rintracciabilità dei medici solo dal lunedì al venerdì, con orari ristretti e solo per prestazioni indifferibili».
Viene segnalata anche la scomparsa delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), che nelle intenzioni originarie avrebbero dovuto fornire assistenza ambulatoriale, domiciliare e specialistica integrata. «Si ignora ancora una volta il nodo dell’integrazione tra ospedale e territorio», prosegue Deambrogio, sottolineando la carenza di medici di base, la mancanza di coordinamento nei distretti sanitari e la difficoltà di accesso ai servizi per chi abita nelle aree interne.
L’edilizia sanitaria: “Piano ambizioso, ma senza basi”
Altro tema caldo è quello degli investimenti nell’edilizia sanitaria, che la Regione intende affrontare con la consulenza del Politecnico di Torino e l’utilizzo di fondi europei. Il PRC solleva però dubbi sulla strategia e sui criteri di spesa: «Manca una visione chiara della rete ospedaliera e si rischia di investire in strutture obsolete. La Regione annuncia 4,5 miliardi di euro, ma non tiene conto del disavanzo esistente e degli obblighi futuri, come i rimborsi all’INAIL».
Una visione da contrastare
«Il centrodestra – conclude il segretario regionale – sta gonfiando la bolla delle proprie azioni politiche. Serve un’opposizione netta alle false promesse, anche da parte di chi, pur dicendosi responsabile, finisce per legittimare questa deriva. La salute pubblica non si tutela con annunci senza copertura».