Eternit bis, la sentenza: regge l’accusa di omicidio colposo
Ridotta la pena al magnate svizzero
TORINO – Eternit bis: la Corte d’Assise d’Appello si è riunita in camera di consiglio poco dopo le 13. Il verdetto secondo quanto comunicato dalla presidente Cristina Domaneschi, non ci sarà prima delle 16. Anche se non è possibile fare previsioni.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha riconosciuto il magnate svizzero colpevole di omicidio colposo pluriaggravato. Ha ridotto la pena da dodici a nove anni e sei mesi. Per i giudici l’imputato è l’ultimo dirigente dello stabilimento di Casale. Dall’esposizione incontrollata di amianto, all’interno e all’esterno delle lo stabilimento è derivata la morte di quasi 100 persone.
Per molte posizioni è stata dichiarata la prescrizione, per il decesso di una trentina di persone è stato assolto. È stato disposto, tra i vari risarcimenti, la cifra di 5milioni di euro di provvisionale per il comune di Casale.
È la dottoressa Daniela Degiovanni ad affrontare ai nostri microfoni il terribile aspetto della malattia, e la necessità di trovare una cura.
Queste sono le ore dell’attesa nell’aula 6 del tribunale di Torino. I giudici sono ancora chiusi in Camera di consiglio. Presente in aula l’ex assessore all’ambiente del comune di Casale, Cecilia Strozzi con cui abbiamo parlato dell’importanza delle bonifiche.
I giudici dovranno pronunciarsi in merito all’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale contestato al magnate svizzero.
Nel lungo capo di imputazione ci sono 392 vittime dell’amianto casalese.
In aula è presente, per l’amministrazione di Casale, il presidente del consiglio comunale Gianni Filiberti.