Casale celebra la Liberazione: «La Resistenza? Patrimonio comune»
Le immagini e i passaggi più significativi della cerimonia di oggi
CASALE – Pare essersi messo definitivamente ogni polemica alle spalle il giorno della Liberazione a Casale. Applausi alla Cittadella e reciproci complimenti tra gli intervenuti alla fase centrale della cerimonia dell’ottantesimo anniversario, quella innanzi la lapide dei partigiani della Banda Tom, prima dello spostamento al cimitero, per l’omaggio agli Imi.
Le critiche per qualche passaggio ritenuto errato o stonato, che avevano caratterizzato alcune cerimonie degli scorsi anni (tra 25 aprile e Banda Tom), sembrano ormai, per fortuna, un capitolo chiuso. Dimenticato.
Fulcro della celebrazione, iniziata con la messa in San Paolo e proseguita con il corteo fino al luogo della fucilazione dei Tredici (senza banda, nel rispetto del lutto per la morte di Papa Francesco), è stata l’orazione del professor Giorgio Barberis.
Barberis: «Il 25 aprile non è ricorrenza di parte»
«Oggi è una data fondativa della nostra Repubblica, in cui celebriamo anche la vittoria etica della Resistenza – ha spiegato il relatore, in un discorso interrotto da diversi applausi – La storia non è un’opinione. Il 25 aprile non è divisivo, non è una ricorrenza di parte perchè non può esserci equidistanza tra carnefici e vittime. La Resistenza è un patrimonio comune della nazione».
«Il fascismo può ripresentarsi sotto nuove forme – ha proseguito il professore citando Umberto Eco – E se il fascismo è eterno, lo deve essere anche l’antifascismo. In troppi hanno poca contezza del fenomeno criminale che fu il fascismo in Italia. Dobbiamo vigilare, sempre, oggi più che mai».
Diversi i passaggi dedicati all’attualità da parte di Barberis, che ha aspramente criticato il Decreto Sicurezza «perchè introduce norme che colpiscono chi osi esprimere dissenso. È palesemente illiberale trasformare il dissenso in reato. La disobbedienza civile può essere uno strumento per dare vitalità e nobiltà a un popolo intero».
Il professore ha lanciato anche una critica alle politiche di riarmo: «Non possiamo restare in silenzio sui conflitti, oltre 50, che flagellano il mondo. Il ReArm Europe sa di tradimento dello spirito europeista. Si parla sempre di guerra e non di pace, come faceva Papa Francesco. Altro che sobrietà – la stoccata all’invito del ministro Musumeci – Sarebbe contento di vederci oggi qui».
«Ciò che accade in Palestina ci chiama a una reazione. Chi crede nella democrazia non può chiamare questa barbarie autodifesa. Chi si oppose al fascismo 80 anni fa aveva in mente il progetto di un’altra società, è quello che occorre anche oggi, resistere significa cercare una via d’uscita, significa volere un mondo più equo, libero, migliore. Il Fascismo, che si nutre del nostro silenzio, non è un orientamento politico, ma un crimine. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte».
Capra: «Natale di rinascita di una Nazione»
Prima del relatore ufficiale, con gli interventi musicali a cura dell’orchestra Filarmonica di Occimiano e dopo la deposizione della corona alla lapide della Banda Tom, gli altri passaggi, del presidente del consiglio comunale e del comitato unitario antifascista Giovanni Battista Filiberti («Il 25 aprile è un patrimonio collettivo») e di Carla Gagliardini di Anpi, che si è concentrata in diversi passaggi legati all’attualità: «Nonostante la costituzione in Italia la politica continua a parlare di guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie» ha sottolineato invocando l’embargo delle armi a Israele e attaccando il Decreto Sicurezza: «I manifestanti evidentemente disturbano il potere». In chiusura, un passaggio anche sul valore della separazione dei poteri.
Il messaggio di pace è stato ricordato inoltre dagli striscioni e dalla pacifica presenza durante tutto l’evento degli animatori del settimanale appuntamento “Mezz’ora di silenzio per la pace“.
Prima di cedere la parola a Barberis, l’intervento dei sindaco Emanuele Capra, che ha citato Pertini, Parri e Calamandrei: «Il 25 aprile è il natale di rinascita di una Nazione che aveva scelto di dire no alla dittatura. La libertà non è un dono, ma una conquista, va custodita e curata, rinnovata ogni giorno. La Resistenza è stata la lotta per la rinascita del nostro paese».
Domenica, in Comune e in bicicletta
Domenica 27 aprile è in programma l’apertura straordinaria del Municipio: sarà occasione per rendere omaggio ai sindaci di Casale dal 1945 ad oggi (per i deceduti interverranno i parenti). Alle 14.30 invece dalla Cittadella prenderà il via la “Biciclettata della Liberazione”, in collaborazione con FIAB, con nove tappe simboliche attraverso la città: dal Cortile del Museo Civico al Ghetto, dal Ponte sul Po al Borgo Ala, passando per il Castello, le Carceri e il quartiere Oltreponte. Un percorso pensato per unire storia, testimonianze e memoria attiva.