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    Fotogallery, Società
    Marco Bertoncini  
    28 Aprile 2025
    ore
    10:24 Logo Newsguard
    La cerimonia

    I protagonisti della lotta all’amianto: il Premio Vivaio Eternot 2025

    Consegnati a Casale i riconoscimenti ai cittadini, ricercatori e istituzioni che si sono distinti per il loro impegno. Ecco chi sono

    CASALE – È terminata poco fa, nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato, la cerimonia del Premio Vivaio Eternot, in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto.

    L’evento rappresenta un importante momento di memoria e impegno civile, durante il quale sono stati premiati coloro che si sono distinti nella lotta contro i danni causati dall’amianto attraverso attività di cura, ricerca, informazione, bonifica e battaglie sociali e legali.

    L’albero dei fazzoletti

    Il Premio Vivaio Eternot – una pianta di Davidia Involucrata, nota anche come “albero dei fazzoletti”, coltivata nel Parco Eternot – è conferito ogni anno a un massimo di dieci tra enti, amministrazioni o cittadini particolarmente meritevoli.

    La selezione dei vincitori è stata curata dal Comitato Organizzatore, composto dal sindaco Emanuele Capra, dalla presidente di Afeva Giuliana Busto, dall’artista Gea Casolaro e da sette esperti provenienti da ambiti culturali, scientifici e istituzionali.

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    Premio Vivaio Eternot: i premiati dell’edizione 2025

    • Simona Martinotti
      Ricercatrice dell’Università del Piemonte Orientale, ha dedicato la sua carriera allo studio del mesotelioma. La malattia ha toccato la sua vita anche sul piano personale, rafforzandone l’impegno scientifico e civile.

    • Carolina Mensi
      Biologa epidemiologa, dirige il COR Lombardia per i mesoteliomi e tumori professionali. Ha raccolto e analizzato migliaia di casi, promuovendo la sorveglianza e la prevenzione sul territorio.

    • Dario Mirabelli (in memoria)
      Epidemiologo di fama internazionale, ha fornito dati chiave nei processi Eternit. Fondamentale la sua ricerca sul crisotilo e il legame con il mesotelioma nei siti industriali piemontesi.

    • Claudio Saletta
      Ex sindaco di Sala Monferrato, è stato ispettore del lavoro e autore di un rapporto chiave nel processo Eternit. Ha promosso il censimento e la rimozione dell’amianto sul territorio.

    • Benedetto Terracini
      Fondatore della prima Cattedra di Epidemiologia dei Tumori in Italia, ha condotto ricerche pionieristiche a Casale. Le sue indagini hanno gettato le basi per la legge 257/1992 che vieta l’amianto in Italia.

    • Greta Tomaello
      Neolaureata in Giurisprudenza, ha discusso una tesi premiata sul caso Eternit. Il suo studio esamina la responsabilità penale per esposizione all’amianto con rigore e passione civile.

    • Giuseppe Valesio
      Giornalista del settimanale “La Voce”, ha seguito ogni fase del Maxi Processo Eternit. Con il libro “La nuvola di polvere” ha dato voce alle vittime dell’amianto di Cavagnolo.

    • Maria Wojtowicz e Emanuele Lauria (in memoria)
      Pionieri nella lotta all’amianto in Piemonte, hanno diretto il Centro Regionale Amianto di Grugliasco. Il loro metodo analitico è diventato un modello nazionale per la gestione del rischio amianto.

    Le altre iniziative per la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto

    La Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto è proseguita a mezzogiorno con la deposizione della corona di alloro alla lapide del Parco Eternot e con altre iniziative, nei prossimi giorni.

     

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    La riflessione di Claudio Lombardi

    Claudio Lombardi, già assessore ad Alessandria e attivo nei movimenti ambientalisti legati alle vicende alessandrine di Spinetta Marengo, offre questa riflessione in occasione della Giornata delle Vittime d’Amianto.

    L’Italia promulgò la legge 257/92, che vietò l’estrazione e l’uso di amianto e di manufatti contenenti amianto. Solo assai più tardi, nel 2005, l’UE ne vietò l’uso. Si possono formulare alcune considerazioni in merito:

    La strenua lotta della comunità di Casale, che accomunò cittadini e lavoratori della ditta Eternit, produttrice di manufatti contenenti amianto. Il tentativo di far leva sul ricatto occupazionale fu sventato da tale comunanza di intenti, alimentata dall’evidente nesso tra esposizione alle fibre d’amianto e patologie cancerogene quali il mesotelioma. Era il polverino bianco, che permeava la città di Casale e che i lavoratori si portavano a casa negli indumenti, la causa evidente della piaga che colpiva la città. Non valsero a nulla le ben note considerazioni secondo cui non era ancora dimostrato scientificamente il nesso amianto-mesotelioma e non esistevano limiti o leggi UE o mondiali in materia.

    La comunanza di intenti tra lavoratori e cittadini, un sindacato dei lavoratori non succube del ricatto occupazionale, fecero prevalere la salute sull’occupazione. Un coraggioso sindaco e un’altrettanto coraggiosa rappresentanza dei lavoratori, basandosi sul solo principio di precauzione, ottennero la chiusura della Eternit, evidente causa del mesotelioma che colpiva i residenti della città mietendo vittime.

    Una prima considerazione che si trae da quanto esposto è che, a fronte dell’evidenza del danno alla salute, chi guida lavoratori e cittadini — sindacato e sindaco, scelti per perseguire il bene comune — non deve delegare a poteri superiori la soluzione di evidenti problemi, soprattutto di ordine sanitario. Nel caso dell’amianto, l’UE legiferò con 13 anni di ritardo. E quante vittime innocenti causò tale ritardo? Ancora oggi sono molti i Paesi nei quali l’amianto non è stato vietato, a cominciare dai Paesi BRICS.

    Altra considerazione: non si deve permettere che si ripeta un dramma simile, causato oggi dal Polo chimico di Spinetta Marengo, di proprietà Solvay. In questo caso si tratta di una forma di inquinamento più subdola: almeno il micidiale polverino bianco di Eternit si vedeva, mentre i PFAS e le altre sostanze tossiche che fuoriescono dalla fabbrica di Spinetta sono incolori e inodori, ma permeano ogni matrice ambientale fino a decine di chilometri.

    Purtroppo, la comunanza di intenti tra lavoratori e abitanti non si ripete; il sindacato sembra temere il ricatto occupazionale e i sindaci che hanno guidato la città sono stati incapaci di coraggiose prese di posizione. Ci auguriamo che ne sia capace l’attuale sindaco, che ha dimostrato più attenzione al dramma spinettese rispetto ai suoi predecessori.

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