Referendum: Rifondazione per i diritti di lavoratori e migranti
Deambrogio: “Lotta per la dignità, contro precarietà e sfruttamento”
TORINO – Entra nella fase cruciale la campagna referendaria in vista delle consultazioni dell’8 e 9 giugno 2025, che vedrà i cittadini chiamati a esprimersi su cinque quesiti centrati sui diritti del lavoro e sulla cittadinanza per i migranti. A dichiararlo è Alberto Deambrogio, segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista, che ha ribadito l’impegno attivo del partito nella promozione dei referendum promossi dalla CGIL.
Tornare a difendere il lavoro
«Il lavoro è ormai considerato una merce – denuncia Deambrogio – e i lavoratori subiscono ricatti, precarietà e insicurezza crescenti. Le condizioni sono sotto gli occhi di tutti: disoccupazione, part time forzato, falso lavoro autonomo, bassi salari e mancanza di sicurezza». Secondo Rifondazione, l’approvazione dei quesiti referendari permetterebbe di ripristinare l’articolo 18, limitare l’estensione della precarietà e rafforzare la sicurezza negli appalti.
Lavoro e pace: un fronte comune
Il segretario sottolinea come sia necessario «intrecciare la battaglia referendaria con un calendario di lotte territoriali e nazionali». Le crescenti crisi aziendali in Piemonte sono viste anche come effetto collaterale della situazione di guerra in corso: «Tacciano le armi – auspica Deambrogio – e si affermino il lavoro e i suoi diritti».
Un altro tema centrale è quello della cittadinanza per i migranti: «Il dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana è un passo simbolico ma fondamentale. Serve per rompere la guerra tra poveri e per riconoscere il valore sociale dei nuovi cittadini», conclude Deambrogio.