Bruschi: «Non ho accusato singoli consiglieri, ma politiche xenofobe»
Il consigliere del Pd risponde alle critiche di Fratelli d’Italia e chiarisce il senso delle sue dichiarazioni in Consiglio comunale
CASALE MONFERRATO – Con un intervento diffuso in queste ore, il consigliere comunale Enrico Bruschi (Partito Democratico) è tornato sulle polemiche seguite alle sue dichiarazioni in aula, che avevano suscitato una reazione da parte del gruppo di Fratelli d’Italia, culminata con l’abbandono dell’aula consiliare il 15 maggio.
«Nessuna accusa personale»
«Trovo estremamente positivo – scrive Bruschi – che i consiglieri si siano risentiti per essere stati indicati come xenofobi. In realtà, non ho definito xenofobi i singoli consiglieri, ma una parte della maggioranza, che comprende a pieno titolo anche il partito della Lega».
Bruschi specifica che eventuali scuse pubbliche saranno possibili «quando verranno rinnegate le politiche xenofobe, che impediscono lo sbarco dei migranti, ostacolano i soccorsi, e limitano le attività della Guardia Costiera». Richiama anche «lo slogan “Prima gli italiani”, di origine neofascista», come esempio di «un atteggiamento che alimenta paura e divisione».
Valori umanitari e cultura democratica
Nella sua nota, Bruschi cita il missionario comboniano Padre Alex Zanotelli e la sua “Lettera alla tribù bianca”, parlando di «un razzismo strisciante» e di «una cultura dell’egoismo e della chiusura» che, a suo avviso, sarebbe «cavalcata da parte dell’estrema destra».
«Quando verrà rinnegata questa fiera degli orrori – scrive – non solo sarò felice di porgere le mie scuse, ma darò il benvenuto nei valori che forgiano il nostro Paese: umanesimo, solidarietà, libertà, cultura e arte, radicati nella tradizione cristiana, classica, illuminista e, pur con i suoi errori, marxista».
Una posizione consolidata
Bruschi respinge infine l’accusa di improvvisazione: «Le mie parole non sono state estemporanee, ma frutto di opinioni consolidate nel tempo». E conclude: «Non è sufficiente ospitare tra i propri quadri persone di origine straniera. La vera inclusione si misura nella coerenza tra ciò che si dice e ciò che si promuove».