Fratelli Musulmani, Philippe (Pd): «Serve un patto tra Islam e Stato»
Il giovane esponente dem di Casale interviene sul report dei servizi segreti francesi e rilancia la necessità di un dialogo strutturato in Italia
CASALE MONFERRATO – Matteo Philippe, giovane esponente del Partito Democratico di Casale Monferrato, interviene a commento del recente report dei servizi segreti francesi sui Fratelli Musulmani, giudicata un’organizzazione «integralista e sovversiva».
«Non mi sorprende il contenuto del report – afferma Philippe – Basta una rapida ricerca per scoprire che i Fratelli Musulmani sono vietati in 12 Paesi, molti dei quali a maggioranza musulmana, come Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Siria, Libia e Sudan, oltre che in Russia e Israele».
Philippe sottolinea la necessità di distinguere il confronto politico dai toni generalizzanti: «Senza cadere nel gioco dell’estrema destra, che attacca l’Islam tout court, è giusto porsi delle domande su alcune realtà che si pongono in conflitto con i valori democratici».
La proposta: un patto per l’integrazione
Secondo Philippe, è urgente lavorare a un dialogo strutturato tra lo Stato italiano e le rappresentanze dell’Islam: «Serve un patto tra Islam e Stato, che possa fondarsi sulla reciprocità e sul rispetto della legalità. Troppe volte manca un canale di confronto chiaro su questi temi».
Per l’esponente casalese del Pd, è su questioni come questa che si misura «la reale volontà e capacità di integrare il diverso, senza rinunciare alla sicurezza né alla coesione sociale».
Una sfida per i progressisti
Philippe conclude definendo il percorso di dialogo «arduo ma necessario», e invita le forze progressiste a non sottrarsi a una riflessione seria e pragmatica: «La capacità di costruire un’integrazione reale si gioca anche su come affrontiamo temi delicati come questo, senza semplificazioni ideologiche ma con coraggio e responsabilità».