Bagarre Pd – Fdi: “Riboldi svende quel che rimane della sanità pubblica”
Continua la faida sul tema della Clinica Sant'Anna di Casale
CASALE – Continua la bagarre tra Pd e Fratelli d’Italia a Casale per l’affaire Bruschi, che in più occasioni ha visto scontrarsi gli esponenti meloniani del consiglio comunale e della giunta e il consigliere dem. Arriva ora una dura nota proprio dal gruppo sanità della coalizione di centrosinistra Casale Davvero, in merito all’ultima interrogazione sulla Clinica Sant’Anna durante la seduta del parlamentino di Palazzo San Giorgio.
«Rispondiamo a strettissimo giro alle dichiarazioni dell’ex sindaco Federico Riboldi, ora Assessore alla Sanità piemontese, circa la nuova convenzione con la Clinica Sant’Anna per attività prevalentemente chirurgiche, dopo la precedente trasformazione in clinica psichiatrica avvenuta con la Giunta Chiamparino, motivata da un bacino di utenza troppo limitato ed una popolazione che nell’ultimo decennio non è cresciuta.
Vorremmo precisare che, soprattutto oggi con un Santo Spirito in grave crisi per l’assenza di personale medico, infermieristico, tecnico, O.S.S., questa presenza non potrà che determinare una crisi del comparto pubblico, in cui assistiamo a continue migrazioni ed abbandoni.
Una struttura privata ma sovvenzionata con fondi pubblici, può facilmente attrarre personale formato nelle strutture pubbliche ma che si trova a sostenere turni massacranti, ferie non godute, turni di reperibilità, notturni e festivi abbondantemente superiori a quanto previsto dai contratti.
Gli impegni gravosi e non remunerativi rimarranno chiaramente a carico della collettività, dal momento che il Santo Spirito metterà a disposizione della Clinica Sant’Anna le attività di Pronto Soccorso e Rianimazione, quindi il pubblico provvederà a tutte le urgenze ed alle emergenze intra e postoperatorie, che hanno costi elevatissimi ma sono vitali per i pazienti.
Altro che maxi manifesti, altro che favorire i Casalesi riducendo le liste d’attesa, l’Assessore Riboldi, incapace di svolgere il compito a lui affidato di riportare la sanità piemontese a livelli dignitosi ed in particolare la sanità casalese ai precedenti livelli d’eccellenza, svende quel che rimane della sanità pubblica. Ci spieghi piuttosto, Lui che è arrivato in assessorato sbandierando la sua capacità di riscrivere il Piano Sanitario Regionale a che punto è il progetto; il ruolo della Clinica non avrebbe dovuto essere proposto in quel contesto? I pazienti psichiatrici ormai ignorati, che risposte avranno sul nostro territorio nei casi di acuzie?
Sbagliamo a sospettare di oscuri accordi preelettorali? Difficile pensare che a pochi mesi dalla fine delle elezioni tutto parta già confezionato.
Ed è stato un caso che alla discussione dell’Interrogazione sulla Clinica calendarizzata da 4 mesi, fossero assenti Sindaco, Vice sindaco, Assessore alla Sanità che pur era presente in Municipio? Era presente solo l’Assessora Rizzo che non è stata in grado di entrare nel merito dell’argomento limitandosi a citare alcune normative che queste convenzioni non possono ignorare.
Ed infine è un caso che la Commissione Consigliare 4 che tra le sue competenze ha la Sanità, delega detenuta dal Sindaco, che dovrebbe portare in Regione proposte per una Sanità dignitosa per il nostro territorio, ascoltati i sindaci del Distretto, Sindacati, Associazioni, non abbia ad oggi, nonostante ripetute sollecitazioni, affrontato il problema, con la costante latitanza del Sindaco?
Se è vero che il privato convenzionato può aiutare a smaltire le code, risultati di gran lunga migliori si avrebbero organizzando efficientemente l’attività libero professionale intraospedaliera su pazienti ricoverati, come avviene in Veneto, Regione da sempre governata dalla destra, dove la Sanità privata è largamente marginale; ma soprattutto ricostituendo gli organici, falcidiati nella nostra Regione dai tempi del piano di rientro, e portando il Fondo Sanitario almeno alla media europea del 7% del Pil dall’attuale 6%. Risorse che non sarebbe difficile reperire se si limitassero faraonici programmi di riarmo e grandi opere certo meno prioritarie della Salute dei cittadini».