Il comitato Tri.NO convoca un’assemblea contro il ritorno del nucleare
Il 26 giugno si discute a Trino tra timori sul Deposito nazionale, nuove centrali e statuto
TRINO – A 15 mesi dalla rinuncia del Comune di Trino a candidarsi per ospitare il Deposito Unico Nazionale delle scorie radioattive, il comitato Tri.NO torna a riunirsi per fare il punto su uno scenario che, secondo gli attivisti, si è fatto ancora più complesso e potenzialmente pericoloso per il territorio del Basso Vercellese e del Monferrato.
L’appuntamento è fissato per giovedì 26 giugno 2025 alle ore 21,00 presso il Cine Teatro Orsa di piazza San Giovanni Bosco a Trino. Un’assemblea aperta non solo agli iscritti, ma anche alla cittadinanza, per discutere lo stato delle politiche nucleari italiane e le implicazioni per l’area che già ospita impianti come l’ex centrale “E. Fermi” e il sito sperimentale “Avogadro” di Saluggia.
Scenari incerti e nuove ipotesi su depositi e reattori
Nel comunicato diffuso dal comitato si denuncia l’attuale confusione normativa e programmatica del governo in materia di gestione dei rifiuti radioattivi. In breve tempo si sarebbe passati dalla mappa dei 51 siti idonei della CNAPI, alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), fino a ipotesi multiple: tre depositi distribuiti su base geografica, oppure la permanenza delle scorie nei 22 siti attualmente attivi.
In particolare, preoccupa l’ipotesi che Saluggia venga destinata a ospitare il materiale ad alta attività, anche proveniente dall’estero. “Un sito in riva alla Dora Baltea – sottolinea Tri.NO – a un chilometro dall’acquedotto che serve circa 86.000 persone in 99 comuni del Piemonte”.
Sotto accusa il nuovo corso di SoGIN e il rilancio del nucleare
Non meno contestato è l’annunciato rilancio del nucleare da parte dell’esecutivo. I membri di Tri.NO evidenziano la contraddizione con i risultati dei referendum del 1987 e del 2011, che bocciarono chiaramente il ricorso all’energia atomica. Oggi, invece, si parla di reattori SMR e AMR, piccole centrali modulari e avanzate, che potrebbero essere destinate a distretti industriali energivori o, secondo i timori del comitato, nuovamente proprio al Vercellese.
Al centro delle critiche anche la SoGIN, che da ente destinato a gestire lo smantellamento nucleare viene descritta come sempre più orientata alla “valorizzazione immobiliare” dei propri siti, secondo quanto dichiarato dall’AD Gian Luca Artizzu.
Appello alla partecipazione e al voto sul nuovo statuto
L’assemblea del 26 giugno sarà anche occasione per la verifica dello statuto e per la nomina del nuovo direttivo del comitato. “Sappiamo che è estate – scrive il portavoce Fausto Cognasso – ma è il momento di non abbassare la guardia. Il nostro territorio rischia di essere ancora una volta sacrificato in nome di scelte che nulla hanno a che vedere con sostenibilità e sviluppo responsabile”.
L’invito è rivolto quindi a tutti i cittadini interessati a difendere la salute pubblica, la sicurezza ambientale e l’autonomia delle comunità locali.