Nucleare a Trino: il Comitato Tri.No chiamato a rilanciare la mobilitazione
Ritardi nello smantellamento, critiche alla Sogin e al ministro Pichetto: il PRC chiede una rete di alleanze contro le nuove centrali
TRINO – Sul futuro del nucleare italiano e, in particolare, sul destino delle scorie radioattive, il Piemonte continua a essere epicentro di tensioni. A denunciarlo è Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE, che ha commentato con durezza l’ultimo incontro della Commissione speciale sul nucleare di Trino, durante il quale la Sogin non avrebbe fornito aggiornamenti rilevanti né sul cronoprogramma dello smantellamento della centrale “Fermi”, né sul ruolo effettivo di Westinghouse.
Il punto critico: scorie e tempi indefiniti
“La popolazione del territorio trinese può solo sapere che i tempi si dilatano e i costi pure”, ha osservato Deambrogio, definendo quella appena trascorsa una “giornata dei ritardi infiniti”. Alla preoccupazione per lo stallo dei lavori si aggiunge la confusione generata dalle dichiarazioni del ministro Gilberto Pichetto Fratin, che – durante un’audizione parlamentare – ha ammesso che “le scorie sono un problema” e che “le popolazioni sono preoccupate”.
Secondo il PRC, tuttavia, queste preoccupazioni sono aggravate dallo stesso ministro, accusato di “aver cambiato più volte idea” e di “mettere in discussione il percorso verso il deposito unico nazionale” proponendo invece la frammentazione dei siti di stoccaggio. Una linea che, secondo Deambrogio, va in direzione opposta rispetto alla chiarezza e alla trasparenza auspicate dalle comunità locali.
L’accusa a Sogin: “Vuole costruire, non smantellare”
A destare ulteriore allarme è il cambio di missione attribuito alla Sogin, che – secondo quanto dichiarato dal segretario del PRC – non si limiterebbe più allo smantellamento, ma mirerebbe addirittura a proporre la realizzazione di nuove centrali nucleari. “Chi propone nuove centrali – ha dichiarato – si mette nelle condizioni di perpetrare il problema delle scorie all’infinito”.
Il ruolo del Comitato Tri.No e la necessità di una rete
Per Deambrogio, è ora essenziale che il Comitato Tri.No, storicamente attivo contro il deposito sul territorio trinese, rilanci la propria azione, affrontando in modo unitario sia la questione dello stoccaggio che quella della ripresa della politica nucleare nazionale. “Le due tematiche devono essere affrontate insieme”, ha ribadito, auspicando la costruzione di una rete di alleanze tra comitati territoriali per superare le logiche localistiche e dare maggiore forza alla mobilitazione.