Alo Eazy: “Suoniamo per raccontare chi siamo davvero”
Da Capriata d’Orba al PeM Music Contest, tra critica sociale e voglia di libertà
Venerdì 12 settembre, alle ore 21, il Country Sport Village di Mirabello Monferrato ospiterà la finale della quarta edizione del PeM Music Contest, il concorso dedicato a giovani cantautori e band emergenti della provincia di Alessandria, ideato e diretto da Enrico Deregibus.
A contendersi la vittoria saranno quattro realtà molto diverse tra loro, accomunate da una forte identità territoriale e da una voglia sincera di farsi ascoltare: Alo Eazy (da Capriata d’Orba), Liv (da Alessandria), I Manifesti (da Casale Monferrato) e I Tramontana (da Ozzano Monferrato).
Oltre al giudizio di una folta giuria di giornalisti e addetti ai lavori, il pubblico in sala — in particolare i giovani — avrà un ruolo attivo: a loro è affidato il premio speciale della giuria popolare. Ospite musicale della serata sarà Mabi, vincitrice della scorsa edizione.
Abbiamo incontrato Michele Aloisi, voce e basso degli Alo Eazy, per conoscere meglio una band che ha fatto del suono ibrido, dei testi critici e della libertà creativa i suoi punti di forza.
Alo Eazy: un garage, quattro amici e l’idea di un suono nuovo
Gli Alo Eazy nascono in un luogo che sa di provincia, autenticità e passione: un garage a Capriata d’Orba, in provincia di Alessandria. Qui, tra strumenti, cavi e idee, prende forma un progetto musicale che rifiuta le etichette e si nutre di contaminazioni. La formazione è stabile e affiatata: Michele Aloisi (voce e basso), Simone Zunino (chitarra elettrica), Gabriele Zunino (batteria) e Stefano Panelli (tastiere e synth). Un mix di esperienze e sensibilità che ha portato la band a costruire un’identità sonora distintiva, fresca e difficile da inquadrare in un solo genere.
“Siamo partiti da una cover band — racconta Michele — ma sentivamo il bisogno di dire qualcosa di nostro. Volevamo liberarci dai vincoli del lavoro da musicisti, dove spesso devi suonare per altri. Con Alo Eazy possiamo essere noi stessi, totalmente”.
Il nome della band è giocoso, ma i contenuti sono spesso profondi. Gli Alo Eazy si muovono tra rock, pop, elettronica e influenze urban, ma il loro tratto distintivo sta nei testi: riflessivi, critici, a volte satirici, sempre capaci di raccontare le contraddizioni del mondo contemporaneo.
“Le nostre canzoni parlano della società dell’apparenza, dell’ossessione per i social, del bisogno di mostrarsi sempre perfetti. Ma lo facciamo con ironia, cercando sempre un equilibrio tra messaggio e leggerezza”.
Dal loro esordio nel 2018 con Idoli da Bar, il gruppo ha costruito un repertorio vario e riconoscibile: Jingle Jungle, Una Banana e una Mela, Milite del Limite, Cool, Guardalo e altri ancora. Brani che alternano atmosfere leggere a stoccate dirette, sempre sostenute da un suono compatto e curato.
I brani in gara
Alla finale del Pem Music Contest 2025 porteranno tre brani che raccontano bene il loro mondo:
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Cool, il singolo più recente, uscito a marzo, affronta con sarcasmo il tema dell’ostentazione online.
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Guardalo, uno dei loro pezzi più rappresentativi, è una critica alla società del consumo e dell’apparenza, mascherata da un’esclamazione superficiale.
“Guardalo sembra dire ‘guarda che bello’, ma sotto sotto è una riflessione amara su quanto conti l’immagine più della sostanza. È uno specchio su quello che siamo diventati”.
Michele non nasconde l’emozione per questa partecipazione: “Ci piace l’idea di farci ascoltare in un contesto dove non si suona solo per intrattenere, ma dove si può ricevere un giudizio critico. E poi è bello suonare con altre band della zona, alcune le conosciamo già. È una festa della musica del nostro territorio”.
Alo Eazy è un progetto che vive di passione e di ricerca. Non rincorre mode né format, ma punta su autenticità e personalità. “Non ci siamo mai imposti un genere. Lavoriamo sul suono, sull’ibridazione, su ciò che ci viene naturale – conclude Michele – A volte una chitarra sembra un synth, a volte il piano ha suoni inaspettati. Cerchiamo l’identità, non l’etichetta”.
