Consumo di suolo e rinnovabili? «Serve equilibrio»
Il Circolo Legambiente Verdeblu di Casale interviene sul tema del consumo di suolo, sollecitando un confronto concreto e senza semplificazioni
CASALE MONFERRATO – «Il consumo di suolo è, non da ora, un serio problema ambientale». A ribadirlo è Gian Luigi Buson del Circolo Legambiente Verdeblu di Casale Monferrato, intervenendo nel dibattito attorno al tema del consumo di suolo e rinnovabili.
Buson sottolinea come, malgrado il calo demografico, in Italia si continui a impermeabilizzare il terreno con nuove strade, abitazioni e centri logistici: «Il consumo di suolo in Italia nel 2024 è stato di 83,7 km², con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente». Una tendenza che contribuisce – afferma – a disastri ambientali sempre più gravi e frequenti.
Ma l’intervento pone l’accento anche sulle energie rinnovabili: «Diverso il ragionamento che deve essere fatto per quanto riguarda nuovi impianti di energie rinnovabili. L’installazione di impianti agri e fotovoltaici non comporta il consumo di suolo nell’accezione classica». Secondo Legambiente, infatti, questi impianti non impermeabilizzano i terreni e ne permettono il ripristino, anche a fine utilizzo.
Riguardo alla crisi climatica e alla salute, Buson ricorda che «in Pianura Padana oltre 50.000 cittadini muoiono ogni anno per patologie correlate alla qualità dell’aria», richiamando l’attenzione sulla necessità di ridurre le emissioni climalteranti e di contenere l’incremento della temperatura.
Per affrontare l’emergenza climatica, il Circolo Verdeblu ribadisce l’importanza di intervenire su più fronti: «È indispensabile intervenire nel modo di consumare e produrre energia». L’utilizzo del fotovoltaico su tetti di edifici esistenti è una via condivisibile, ma da sola non sufficiente, spiegano. L’obiettivo resta la progressiva sostituzione delle fonti fossili con energie rinnovabili.
Buson invita infine a riflettere anche su altre abitudini: «Il consumo di carne proveniente da allevamenti intensivi è causa significativa nella produzione di gas climalteranti. Una buona pratica ambientale – oltre che sanitaria – sarebbe la riduzione del consumo di carne rossa».
Il rispetto per il paesaggio, la biodiversità e l’ambiente non deve tradursi in immobilismo, ma in un confronto razionale: «Con il rispetto che si deve alle varie sensibilità è necessario trovare un giusto equilibrio che tenga conto dei vari fattori».
L’intervento si conclude con un richiamo al pragmatismo: «Il problema è complesso e non può essere risolto con ricette facili».