Ibl Coniolo, il PRC: «Costi sociali scaricati sulla comunità»
Il segretario regionale Alberto Deambrogio attacca l’azienda e propone una possibile via cooperativa per salvare la produzione
CONIOLO – Si alzano i toni sulla crisi IBL, con una ferma presa di posizione da parte del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Il segretario regionale Alberto Deambrogio denuncia le presunte responsabilità della direzione aziendale e sollecita l’intervento delle istituzioni.
«L’inerzia e le scelte scellerate della direzione IBL – ha dichiarato – gettano nell’incertezza e nello sconforto decine di famiglie, in un atto di pura irresponsabilità sociale e d’impresa. La tanto decantata ristrutturazione aziendale si è palesata per quello che è realmente: una cinica operazione di delocalizzazione delle produzioni verso l’estero, volta a massimizzare i profitti a spese dei lavoratori e del tessuto economico locale».
Secondo quanto riportato dal segretario del PRC, mentre l’azienda ricorre all’INPS per il pagamento della cassa integrazione, i costi della crisi verrebbero scaricati sulla collettività, mentre le produzioni sembrano essere state progressivamente trasferite all’estero. A fronte di un piano di riassetto annunciato in primavera, ora si profila «una prospettiva di chiusura e incertezza totale per i dipendenti».
Deambrogio si schiera al fianco dei sindacati, che nei giorni scorsi hanno denunciato il mancato rispetto degli accordi sottoscritti. Per il PRC, la crisi rappresenta un caso emblematico di abbandono industriale nel Paese. «È a questo tipo di imprenditoria che il Governo continua ad assicurare misure regressive come il superbonus sugli investimenti – afferma – senza neanche verificare ritorni su efficienza e innovazione».
La richiesta rivolta alle istituzioni è di intervenire con decisione per fermare «l’emorragia di posti di lavoro e dignità», chiedendo all’azienda soluzioni reali e concrete a tutela dei lavoratori.
In chiusura, Deambrogio lancia anche una proposta alternativa: «La lotta per la difesa del lavoro e del sito produttivo continua e forse potrebbe esplorare anche soluzioni che affidino la continuazione della produzione a forme cooperative. Un percorso non facile, ma sicuramente da esplorare».