Sito nucleare, una valanga di no
Oggi l'incontro dei sindaci, domani videoconferenza con la Provincia
ALESSANDRIA – Tra una zona rossa e una zona arancione, ora abbiamo capito di essere pure in zona verde. Di più: “verde smeraldo”. E non è mica un motivo di vanto se parliamo di aree idonee per ospitare il sito nucleare nazionale, ovvero quel “deposito” in cui dovranno essere concentrate tutte le scorie attualmente diffuse dal Piemonte alla Sicilia.
Tra le 67 in tutta Italia, nell’Alessandrino sono state individuate 6 aree particolarmente idonee, di cui cinque identificate sulla mappa come zone di colore “verde smeraldo”, ovvero il massimo. La sesta è comunque considerata “buona”.
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Alla notizia, arrivata ieri, s’è scatenata una protesta feroce, a cominciare dai sindaci delle località coinvolte. Tra i primi a protestare, quello di Castelletto Monferrato, Gianluca Colletti, che oggi incontrerà (tramite web) i colleghi con i quali definirà una linea da seguire da presentare alla videoconferenza programmata per domani, ospite, tra gli altri, il presidente della Provincia, Gianfranco baldi. Colletti, ieri, ha utilizzato Facebook per esprimere il proprio dissenso.
IL SINDACO COLLETTI SUL NUCLEARE
Anche il presidente della Regione, Alberto Cirio, è intervenuto per difendere le istanze del Piemonte, terra che si sta rilanciando attraverso enogastronomia e turismo, settori inevitabilmente penalizzati, per non dire compromessi, qualora fosse ospitato qui un deposito destinato ad accogliere 75mila metri cubi di rifiuti radioattivi, a media e bassa intensità, oltre a un parco tecnologico destinato a centro ricerca.
Molto preoccupati anche i parlamentari della Lega, il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e Lino Pettazzi, che è anche sindaco di Fubine, uno dei comuni interessati a ospitare l’impianto.
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Perplessità anche dalle forze politiche che stanno sostenendo il Governo Conte. E’ della serata di ieri l’intervento della senatrice dei Cinque Stelle, Susy Matrisciano, che ha fatto seguito a un documento del Partito democratico alessandrino.
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I tempi, naturalmente, sono molto lunghi. Ma, come ha esplicitato Colletti, non c’è tempo da perdere. E, in effetti, malgrado le festività e, soprattutto, un’emergenza sanitaria che concentra altrove le attenzioni, ci si è mossi tempestivamente. Non siamo stati originali, in Piemonte. Come c’era da attendersi, neanche nelle altre zone d’Italia (a cominciare dal Lazio), individuate come possibili ospitanti del sito nazionale, sono lieti di essere finite nella lista. Ed è cominciata la levata di scudi.
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