I partigiani monferrini con i loro familiari: “Non si può calpestare la Memoria, ci vuole la verità”
CASALE – Andino Bizzarro (fratello del partigiano Arduino, Medaglia d’Oro al Valor Militare), Luisa Morano (figlia del partigiano Franco Morano), Enrica Morbello Core (staffetta partigiana), Sergio Oddone (nipote del partigiano Alfredo Piacibello, Medaglia d’Oro al Valor Militare), Amelia Paciello (figlia del partigiano Pasquale Paciello), Rosetta Santambrogio (sorella di Luigi Santambrogio, partigiano componente della Banda Tom), Licia Sesia (nipote del partigiano Luciano Deandrea) e Silvia Sorisio (figlia del partigiano Francesco Sorisio, già presidente Anpi) intervengono, con una lettera, sulla querelle legata alla commemorazione, sabato scorso, dell’assassinio per mano nazifascista dei partigiani della Banda Tom.
«Cosa ci si aspetterebbe da un discorso commemorativo, ufficiale, sui partigiani della Banda Tom nel luogo dove avvenne l’eccidio? Evitando il rischio della retorica celebrativa e delle strumentalizzazioni di parte, spesso riduttive e liquidatorie, ci si aspetterebbe un breve inquadramento dell’epoca e un’essenziale narrazione dei fatti. Il Sindaco di Casale Monferrato nulla ha detto al riguardo, anzi, si è avventurato ad affermare che i ragazzi della Banda Tom dissero ‘no’ ad un’occupazione straniera che veniva da Nord (???) e da Est (???), e che lottarono per la sovranità del loro Paese, l’Italia. Il Sindaco proprio non è riuscito a fare un benché minimo riferimento alla Lotta di Liberazione che quei giovani partigiani combatterono contro i fascisti e i nazisti loro alleati, che avevano scatenato una guerra genocidiaria, e non contro mai identificati “invasori da Nord e da Est”. Davanti alla targa che ricorda il sacrificio di quei ragazzi non si possono dire certe cose, non si può calpestare la Memoria, ci vuole rispetto per le vittime e i parenti, ci vuole la Verità. Pensiamo a Rosetta Santambrogio, sorella di Gigi, uno dei ragazzi di Tom non ancora diciottenne; alla cara Rosetta, Presidente Emerita del Comitato Unitario Antifascista: lucida e appassionata testimone della nostra Resistenza che dovette riconoscere il cadavere del fratello, rattrappito nelle neve dopo due giorni di abbandono. Noi, sottoscritti, deploriamo pertanto la posizione del primo cittadino di Casale Monferrato che ha trascurato scientemente di ricordare i fatti, la Resistenza e i suoi Valori».