Abbate ne ha per tutti: dalle pensioni ai privilegi della politica. E sull’Europa…
CASALE – Alessandro Abbate, il giovane consigliere comunale di Casale, eletto tra i civici di Ritrovare Casale quindi recentemente entrato in Italexit con Paragone, interviene sui temi del lavoro e dell’età pensionistica, quindi dell’Unione Europea. E lo fa partendo da un caso che lo ha coinvolto direttamente.
«39 anni di fabbrica. Solamente questa frase dovrebbe bastare a fare indignare la popolazione, nell’anno 2021. E invece da noi è la normalità. Viene tollerato questo ergastolo, perché di ergastolo si tratta, anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, in questo paese nemmeno chi si macchia dei peggiori reati rischierebbe di prendersi una pena così salata. Per l’operaio, però, va tutto bene. Le forze non si esauriscono, il fisico rimane sempre quello di un ventenne mentre il morale è alle stelle. Forse nelle favole. Ma questa non è una favola. Questa è la triste realtà di un operaio che a me si è rivolto per riportare la sua voce. E chissà di quanti altri, che invece hanno scelto di rimanere in silenzio, perché non ce la fanno più. Già, perché dovremmo essere noi giovani a fare la rivoluzione, non una persona di 50 anni e invece, i giovani, in questo paese ormai hanno perso completamente la testa, tanto da arrivare, il più delle volte, ad ambire al posto del padrone, lo stesso padrone che sottopaga magari anche la propria famiglia. Nessuno che si assuma la responsabilità di combattere per il proprio ‘schieramento’. Non un figlio che difenda il padre o la propria categoria. C’è la convinzione che arrivando in alto si sistemi tutto. E invece, arrivando al posto del padrone, il più delle volte questi giovani si comportano esattamente come i padroni, se non peggio, acquisendone i modi e i metodi. Ho avuto modo, proprio l’altro giorno, confrontandomi con uno di essi riguardo questo tema, di dare valore alla mia tesi. Prima la legge Fornero, quota 100 poi tante incognite nel periodo Covid; nel mentre gli anni passano, il fisico non regge più e man mano che il miraggio pensionistico sembra avvicinarsi, almeno a parole, la fatica morale diventa sempre più insopportabile. E ora? Incertezza. La parola chiave. Incertezza, voci di corridoio, prese in giro. Da parte di coloro che, probabilmente, beneficiano di una baby pensione per pochi giorni di legislatura, per grazia ricevuta o perché hanno avuto la scaltrezza di buttarsi in politica e trarne vantaggi , e dicono che tu invece, dopo 39 anni di fabbrica, sei ancora un ragazzino per poter prestare servizio . ‘Forse metteranno quota 41’.. Forse. Col senno di poi sono piene le fosse. Come se non bastasse, le aziende non assumono e tutto il lavoro duro e gli orari indecenti vengono ‘scaricati’ sui vecchi dell’azienda, costretti a dover arrancare per poter arrivare a fine giornata. Il lavoro però non manca. Anzi. In alcune realtà è persino aumentato ma guai a dirlo… La crisi è stata anche un opportunità per mascherare il benessere di alcune aziende. Una scusa per non assumere. Per me è un onore, il fatto di venire chiamato in causa da un operaio, per poterlo rappresentare».
Abbate è un fiume in piena e prosegue, citando l’operaio: «La Politica fa i conti. Guarda i bilanci, da là colpa agli anni d’oro, anni, a loro dire, nel quale non si è badato a spese e a far debito. Dimenticano però, che loro rimangono il debito più grande, con i loro benefici, i loro stipendi e il loro sistema da mandare avanti, attraverso proprio al depauperamento delle classi meno agiate. Altri paesi della nostra unione rimangono un esempio di come dovrebbe funzionare il sistema pensionistico e il mondo del lavoro… Noi invece, facenti parte della stessa Unione, possiamo andare in giro per il mondo a ‘vantarci’ di pagare baby pensioni e di avere un sistema politico fra i più onerosi al mondo, ma facciamo morire le persone senza nemmeno aver concesso loro la pensione dopo una vita passata in fabbrica o in cantiere per poco più di due soldi, che a mala pena sono serviti per sopravvivere. Anche per questo motivo, l’Europa si è rivelata un fallimento. All’interno della stessa Unione non dovrebbero coesistere realtà così differenti, perlomeno tra i paesi che contano. Tanto vale andarsene….. Meglio non dire dove».