Castelletto comune virtuoso e ‘riciclone’, dove la juta prende il posto della plastica
A Castelletto Monferrato la raccolta del verde si fa con i sacchi di juta, "totalmente biodegradabili, traspiranti e più resistenti di quelli in plastica". Il sindaco Colletti: "Da noi differenziata all'86%, ridurre la Tari nei comuni virtuosi come il nostro". L'idea del vice sindaco: "Sostituire il polistirolo per imballaggi con i pop corn"
A Castelletto Monferrato la raccolta del verde si fa con i sacchi di juta, "totalmente biodegradabili, traspiranti e più resistenti di quelli in plastica". Il sindaco Colletti: "Da noi differenziata all'86%, ridurre la Tari nei comuni virtuosi come il nostro". L'idea del vice sindaco: "Sostituire il polistirolo per imballaggi con i pop corn"
PROVINCIA – Castelletto Monferrato è da anni un comune virtuoso per la raccolta differenziata, “una realtà dalla quale dovrebbero prendere esempio tante amministrazioni”, sostiene il presidente della Provincia Gianfranco Baldi. Nella mattinata di martedì 19 a Palazzo Ghilini è stata presentata l’iniziativa ‘Ricicla, riusa, riduci’ promossa dal comune monferrino: per la prima volta in Italia un’amministrazione comunale fornirà ai propri abitanti sacchi di juta al posto dei classici (ed inquinanti) sacchi di plastica nera per la raccolta porta a porta del verde (sfalci, fogliame, ramaglie e potature).


Il riciclo dei materiali e la raccolta differenziata sono certamente pratiche fondamentali nella lotta all’inquinamento e al degrado ambientale. Il cambio di paradigmi produttivi rappresenta però lo ‘step’ probabilmente decisivo. Nella nostra provincia, ad esempio, esistono aziende impegnate nella conversione di materie prime agricole in materie essenziali per l’industria in un’ottica di sostenibilità e tutela per l’ambiente. “La Roquette di Cassano Spinola trasforma il mais in plastica – spiega Giordano Lucato, vice sindaco di Castelletto – allora perché non sostituire, ad esempio, il classico polistirolo per imballaggi con i pop corn? Non garantirebbero forse lo stesso effetto protettivo? A mio modo di vedere la trasformazione delle materie prime rappresenta il vero ‘uovo di Colombo’ che, per ovvie ragioni, in troppi preferiscono ignorare”.