Farè risponde ad Abbate: «L’adesione al Governo? Salvini non sta con le mani in mano»
Il commento del segretario casalese del Carroccio
CASALE – Nei giorni scorsi il consigliere comunale di Casale Alessandro Abbate ha attaccato la Lega e in particolare il segretario Matteo Salvini accusandolo di tradimento. In risposta al neo esponente di Italexit con Paragone arriva qundi il commento del segretario cittadino del Carroccio Mario Farè, che riconosce «l’onestà per avere esternato pubblicamente le sue perplessità sulla Lega e su Salvini» ma rimanendo comunque perplesso «in merito alla sua irruenza, classica della gioventù, nell’esprimere giudizi ed epiteti (quali voltagabbana e traditore) ad un personaggio, leader di partito, e di riflesso a tutti quelli che si riconoscono in quel partito».
«Ringrazio inoltre il consigliere – continua Farè – che mi dà la possibilità di tornare nel merito della questione del perché la Lega è entrata nel governo di unità nazionale quando il Presidente Mattarella ha chiesto la collaborazione di tutte le forze politiche. La Lega è entrata per dare il proprio contributo per uscire da questa pandemia in maniera responsabile, sapendo bene che la partecipazione allo stesso poteva essere rischiosa sotto il profilo elettorale».
Una scelta comunque, spiega, operata per il bene comune: «In certi frangenti però la priorità va data alla ricerca della soluzione del problema: il ritorno elettorale passa in secondo piano. Un governo di unità nazionale serve dal momento che una crisi profonda attraversa il Paese e non per portare avanti un programma elettorale, a quello si penserà quando si tornerà alla normalità. La scelta fatta da Salvini è una delle due opzioni che al momento potevano essere adottate: dentro o fuori. Responsabilmente ha scelto di mettere al servizio del paese le capacità materiali, di persone e di idee che la Lega ha al suo interno. Stare all’opposizione sicuramente sarebbe stata l’opzione più facile e questo è indubbio, ma Salvini e tutta la Lega non hanno l’abitudine a stare con le mani in mano».
E spiega di quale peso sia stato il contributo della Lega «per stralciare i siti Unesco e contermini dai luoghi individuati ad accogliere i rifiuti nucleari (carta Cnapi). In quell’occasione il nostro Riccardo Molinari è riuscito a trovare una mediazione unitaria (con tutto il Governo) su una mozione della Lega depositata già con il vecchio Governo. Due mesi fa questa ‘unità d’intenti’ non si sarebbe riuscita a trovare.
Ovviamente non manca poi il riferimento al tema delle riaperture: «Come mi sono già espresso su alcuni social, abbiamo ad oggi due esempi, due modi di agire. Il primo è Israele, dove la politica adottata è stata restrittiva e quando è stata raggiunta una certa percentuale di vaccinati hanno iniziato ad avere una quasi normalità nella vita quotidiana. Il secondo è il Brasile dove è stata gestita la pandemia con il modus operandi del ‘liberi tutti’ e ora si trova in una situazione molto critica e praticamente ingestibile. La responsabilità di assumere delle decisioni da parte di chi governa è ovvia e comporta a volte il coraggio di fare scelte impopolari, certamente chi non governa si trova nella condizione di poter dire alcune cose senza pensare alle conseguenze che le sue azioni provocherebbero». E conclude: «Personalmente, tengo più in considerazione le ‘persone che fanno’, che si mettono in gioco anche se rischiano di sbagliare, rispetto a quelle ‘persone che parlano’ e non rischiano mai il didietro».