Sarah Sclauzero al Balbo: «La violenza di genere è un problema culturale»
Società
25 Ottobre 2025
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Sarah Sclauzero al Balbo: «La violenza di genere è un problema culturale»

La psicologa, presidente del centro antiviolenza Me.dea, ha incontrato il Collegio Docenti in una lezione intensa dedicata alla prevenzione della violenza contro le donne

CASALE MONFERRATO – «Voi insegnanti siete preziosi. Per alcuni ragazzi il tempo scuola è l’unico che trascorrono in sicurezza, lontano dai drammi famigliari. A volte basta uno sguardo d’intesa, una disponibilità all’ascolto, un atteggiamento empatico per aprire canali di aiuto».

Con queste parole Sarah Sclauzero, psicologa e presidente del centro antiviolenza Me.dea, insignita dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, si è rivolta al Collegio Docenti dell’Istituto Balbo nel pomeriggio di giovedì 9 ottobre, a conclusione di un incontro di formazione dedicato al tema della violenza di genere.

Nel suo intervento, Sarah Sclauzero ha evidenziato la differenza tra la violenza “in genere” e la violenza di genere, sottolineando come quest’ultima sia un fenomeno strutturale, «radicato in una cultura maschilista che ha relegato la donna a una posizione remissiva rispetto all’uomo».

La psicologa ha ricordato come in Italia la conquista di alcuni diritti fondamentali sia avvenuta solo in tempi recenti: dal diritto di voto femminile, all’abolizione dello ius corrigendi, del delitto d’onore e del matrimonio riparatore, fino al 1996, quando la violenza sessuale è stata finalmente riconosciuta come reato contro la persona e non più contro la morale pubblica.

Attraverso la proiezione di slide e testimonianze raccolte al centro Me.dea, Sclauzero ha illustrato le diverse forme di violenza di genere — fisica, verbale, psicologica, economica e stalking — e i loro effetti sulle vittime. Ha descritto la spirale della violenza domestica, spiegando come un amore apparentemente idilliaco possa trasformarsi in una relazione tossica.

Molte donne, ha spiegato, restano intrappolate per paura, dipendenza economica, isolamento sociale o per il desiderio di recuperare l’idillio iniziale.

Il ruolo della scuola nella prevenzione

Una parte centrale dell’incontro è stata dedicata alla violenza assistita e alle conseguenze sui figli testimoni dei maltrattamenti. Sclauzero ha invitato gli insegnanti a prestare attenzione ai segnali di disagio — assenze frequenti, iperattività, isolamento — che possono celare situazioni familiari difficili.

«Mai essere invadenti – ha raccomandato –. Non ci si può sostituire alla vittima né forzarla a prendere decisioni. È fondamentale creare un clima di fiducia, lasciare il tempo necessario e, quando serve, fare rete con colleghi e centri specializzati come Me.dea. L’importante è capire e far capire che, per quanto grave sia la situazione, non si è soli ad affrontarla».

L’incontro, carico di emozione e consapevolezza, ha offerto ai docenti strumenti di comprensione e intervento per un tema che non può essere relegato a emergenza, ma affrontato come problema culturale e educativo di lungo periodo.

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